L'ANALISI
17 Aprile 2024 - 05:20
CREMONA - Non basta far dialogare la tradizione liutaria cremonese con quel museo vivente della liuteria che sono i liutai che oggi portano avanti la lezione di Amati, Stradivari, Guarneri del Gesù. Non basta che l’Unesco abbia riconosciuto il saper fare liutario come bene immateriale dell’umanità. La liuteria è materia viva che s’innesta nella storia di oltre quattro secoli, ma sente la necessità di affrontare le sfide della modernità. Per fare questo, il Comune è andato in cerca di un manager capace di costruire progetti legati alla comunità e al dialogo che essa può intessere con il mondo, tramite quel brand unico che è la liuteria.
La selezione per la nuova figura manageriale da inserire nello staff dell’Ufficio Unesco del Comune per il Piano di Salvaguardia del saper fare liutario cremonese è risultata essere Noemi Satta «esperta di innovazione culturale e manager strategica, si occupa di politiche pubbliche, partecipazione e codesign di processi e progetti per enti pubblici e privati, fondazioni e comunità territoriali — si legge nella sua biografia -. Dal 2000 immagina e realizza trasformazioni e policy di rigenerazione per condividere, aprire e ricreare possibilità. Ha lavorato, in consulenza e formazione, tra gli altri, con Fondazione Cariplo, Fondazione Fitzcarraldo, Fondazione Housing Sociale, Fondazione Pistoletto Cittàdellarte, Musei civici di Reggio Emilia, Regione Sardegna, Università Cattolica di Milano e Brescia, Politecnico di Milano. Dal 2020 segue la regia strategica di Magnete, con Shifton, studio di design per l’innovazione sociale, shifton.it».
Satta ha appena pubblicato per Vita & Pensiero il saggio ‘La cultura cura. Progettare nuovi centri culturali in tempi incerti’, in cui racconta, a partire dalla case history di un nuovo luogo nella periferia nord di Milano, Magnete, i modi in cui si può progettare e rigenerare la città. Valorizzare la dimensione culturale è la leva per la cura di tessuti sociali complessi, attraversati dalla iperdiversità generazionale, di genere, provenienza geografica, background migratori, condizioni lavorative, abitative, di salute.
«Non si cercava un esperto di liuteria, ma una figura professionale capace di lavorare al Piano di salvaguardia del saper fare liutario cremonese facendo leva sulla comunicazione e la capacità di mettere in dialogo i diversi soggetti che compartecipano al piano — spiega la responsabile dell’Ufficio Unesco, Chiara Bondioni —. Fra l’altro proprio Satta ha lavorato già con la realtà cremonese nel progetto del Distretto culturale, nel 2010 all’interno dello staff di Fondazione Cariplo. Proprio in tema di risorse Fondazione Cariplo sta lavorando a nuove progettualità legate ai distretti culturali e all’artigianato artistico che potrebbero essere funzionali nei prossimi anni, al di là dei fondi ministeriali».
Ed infatti Bondioni osserva che l’incarico a Satta «sarà finanziato con i fondi riservati alle Misure speciali di tutela e fruizione dei siti e degli elementi italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella lista del patrimonio mondiale e posti sotto tutela dell’Unesco. Il compenso previsto per l’incarico è di 19.500 euro più cassa previdenziale e Iva al 22%. Tutte le azioni messe in atto per la tutela del patrimonio liutario sono finanziate con fondi legati all’Unesco ed erogati dal ministero della Cultura».
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