L'ANALISI
15 Aprile 2024 - 05:30
Fabiola Bazzani e il corteo funebre
PIADENA DRIZZONA - Trent'anni fa, il 14 aprile 1994, la comunità di Piadena fu scossa da una terribile tragedia, la morte in sala operatoria a Cremona di Fabiola Bazzani, deceduta a soli 20 anni. Il giorno del tragico intervento, Fabiola, nata il 18 novembre 1973, operaia all’epoca in una ditta di confezionamento di calze a Piadena, si sarebbe dovuta sottoporre a una procedura chirurgica che, sulla carta, avrebbe dovuto essere di routine: la rimozione laparoscopica di calcoli alla cistifellea. Tuttavia, quella che avrebbe dovuto essere una operazione senza complicazioni, si trasformò in un irreparabile finale quando il trocar, uno strumento utilizzato durante l'intervento, recise un grosso vaso sanguigno e nonostante gli sforzi disperati del team chirurgico per contenere l'emorragia, Fabiola morì, lasciando dietro di sé una scia di dolore e un segno indelebile nei cuori di chi la conobbe e amò per la sua dolcezza.
La perdita di Fabiola non fu soltanto un dramma personale per la sua famiglia - a partire da mamma Adriana, papà Francesco, i fratelli Cristian e Simone - ma divenne un simbolo di lutto per l'intera comunità di Piadena. In quei giorni, le strade del paese si riempirono di un silenzio carico di tristezza, mentre amici, conoscenti e semplici cittadini portavano omaggio alla memoria di una giovane vita spezzata troppo presto.
La famiglia Bazzani, devastata dalla perdita, cercò risposte e giustizia in un percorso costellato di difficoltà, nel quale la lotta per far luce sulla tragica vicenda si scontrò con le complessità del sistema sanitario e legale. Quella di Fabiola fu una vicenda che scosse l’intera provincia. La partecipazione alle esequie fu imponente e commossa.
Oggi, a trent'anni di distanza, il ricordo di Fabiola è ancora vivo. La sua famiglia l’ha sempre tenuto acceso, come acceso è tuttora il dolore per quanto accaduto.
«Sono trascorsi trent’anni da quel momento terribile ma, come sanno tutti i genitori che hanno perso un figlio o una figlia in giovane età, è come se il tempo si fosse fermato – commenta il papà di Fabiola, Francesco –. Si dice che il tempo lenisce il dolore, ma non è così. È una ferita che non si chiuderà mai. La nostra famiglia da allora è tormentata dal pensiero di tutto ciò che non abbiamo potuto condividere e dei momenti che non abbiamo vissuto con lei. Tante persone, comunque, ci sono rimaste sempre vicine. Allora fummo contattati da tanti, da varie parti d’Italia. E tanti ancora si ricordano di Fabiola. Questo, almeno un poco, ci conforta».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris