L'ANALISI
CREMA. COMUNITÀ MUSULMANA IN CAMPO
13 Aprile 2024 - 16:24
CREMA - «Ci stiamo impegnando per far capire ai giovani di piazza Di Rauso che cambiare è possibile». M'Hamed Tahiri, responsabile del Centro islamico cremasco, si sta occupando del problema che è sorto nella zona delle case popolari di Santa Maria. Qui, un gruppo di ragazzi di origine straniera, ha creato una situazione di tensione con i residenti, al punto che molti di loro hanno paura perfino a scendere nelle rimesse.
Qualche atto vandalico è stato commesso, insieme a piccoli furti. E la consigliera comunale Ilaria Chiodo ha regalato un centinaio di portachiavi dotati di allarme alle donne residenti nel quartiere. «Stiamo iniziando a parlare con alcuni di questi ragazzi — spiega Tahiri — vogliamo organizzare incontri. E devo dire che qualcuno ci ascolta». Le idee per migliorare la situazione non mancano. «Vorremmo che il quartiere diventasse vivo, organizzando eventi, magari la Festa dei popoli o qualche iniziativa per i giovani, promossa dal nostro Centro e da altre associazioni. E poi chiediamo al Comune di migliorare l’illuminazione della piazza e magari di installare delle telecamere».
Tahiri non nasconde i problemi: «La gente ha paura a parlare. Alla mia vicina hanno rubato una bicicletta, a me una sella e una cassetta degli attrezzi. Ci stiamo dando da fare affinché la situazione possa cambiare».
Il responsabile del Centro conferma come «questi ragazzi siano in giro tutto il giorno senza sapere cosa fare. In una simile condizione è più facile lasciarsi andare a gesti non permessi. Vogliamo aiutarli a trovare un lavoro. Martedì mattina incontrerò Paolo Branca (ricercatore in islamistica all’università Cattolica di Milano e docente di lingua e letteratura araba, ndr) e un dirigente di un’agenzia per il lavoro».
Nel frattempo, Tahiri intende portare avanti il dialogo. «Cerco pian piano di avvicinarmi a loro. Qualcuno ha comportamenti da bullo, pensando in questo modo di sentirsi più grande. Ma non dobbiamo essere prevenuti e affibbiare loro delle etichette, perché sarebbe controproducente. Sono ragazzi che si sentono emarginati e discriminati. I loro comportamenti sbagliati sono anche una reazione».
Riuscire ad avvicinarli al Centro islamico di via Rossignoli, secondo Tahiri, sarebbe un grosso passo avanti. «L’anno scorso, dopo la festa che abbiamo tenuto all’Arci San Bernardino, un ragazzo ha iniziato a frequentare il Centro. Ogni giovane che salviamo è un guadagno per tutti. Al Centro insegniamo i veri valori dell’Islam: non rubare, non mentire, rispetta le regole».
La struttura di via Rossignoli è molto attiva. «Siamo aperti tutti i giorni dalle 17 — conclude Tahiri — aiutiamo la gente in difficoltà. Nel mese del Ramadan, ogni sera abbiamo dato da mangiare a 80-100 persone. Ci incontriamo ogni giorno per cercare di risolvere più problemi possibile. E affronteremo anche questo di piazza Di Rauso, dove per incominciare ci siamo offerti di prenderci cura del verde pubblico».
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