L'ANALISI
30 Marzo 2024 - 17:55
PANDINO - I furti di fiori e vasi nei cimiteri del paese, sia nel capoluogo sia nelle frazioni, purtroppo non sono una novità. A volte e non solo a Pandino, spariscono anche piccoli attrezzi come annaffiatoi e scope, tanto che in diversi comuni hanno attuato un sistema che richiama quello in uso per i carrelli della spesa. Obbliga il visitatore a inserire l’euro per sbloccare il lucchetto della catena, che tiene al sicuro la scopa. In questo modo si spera che la rimetta al suo posto e non la carichi in auto per portarsela a casa. Nella triste e irrispettosa sequenza di furtarelli che vengono commessi nei cimiteri, non si era finora registrato quello delle pile, utilizzate per alimentare i lumini elettrici, posizionati sui ripiani dei loculi o sulle lastre di marmo delle tombe a terra.
Nei giorni scorsi, al camposanto comunale è capitato anche questo. Ad accorgersene è stata una signora di mezza età, arrivata alla tomba del padre per l’abituale visita e per cambiare i fiori in vista della Pasqua. «Da qualche tempo, appoggiato alla base del loculo, c’era un grazioso pensiero, credo lasciato da alcuni amici di mio papà — racconta —: un lumino elettrico di quelli a batteria, funzionante ovviamente con le pile. Le avevo cambiate personalmente un paio di settimane fa, in quanto mi ero accorta che si erano scaricate. Tornando qualche giorno prima di Pasqua, ho però notato che la luce era di nuovo spenta. Mi è sembrato strano che le pile si fossero già scaricate, ma quando ho sollevato il lumino e ho aperto lo sportellino che le ospita, l’ho trovato vuoto. Non posso che pensare che qualcuno le abbia rubate. Davvero una cosa indecorosa. Quello che lascia senza parole è la totale mancanza di rispetto e di compassione che c’è dietro a questo gesto».
Il bottino sono state due ministilo. Insomma, chi ha rubato non l’ha fatto certo per intascare dei soldi. Non è invece da escludere che chi le ha prelevate le abbia poi immediatamente utilizzate per alimentare un altro lumino a batteria da lasciare su una tomba. Chi invece ruba vasi e pure i fiori freschi, ovviamente, non li lascia su altre tombe, ma se li porta via. Episodi che non capitano certo soltanto a Pandino, ma un po’ ovunque nei cimiteri del Cremasco.
La sorveglianza non è ovviamente possibile, la presenza sporadica di custodi non permette un presidio e le aree dedicate alla sepoltura spesso non sono ancora tra quelle dotate di telecamere. Un investimento che comunque le amministrazioni pensano ormai a mettere in programma, sfruttando magari i diversi bandi disponibili e legati proprio all’acquisto di attrezzature per la videosorveglianza e più in generale alle spese che riguardano la sicurezza.
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