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IL PUNTO

Il Ramadan e il panino da mangiare di nascosto

Il caso di Pioltello e, più in piccolo, quello di Soresina hanno scatenato un fiume di polemiche. Comunque la si pensi, sarebbe il caso di esercitare equilibrio, rispetto e competenza. O quantomeno provarci

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

24 Marzo 2024 - 05:00

Il Ramadan e il panino da mangiare di nascosto

«Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Questo soggettivismo ha minato le basi della modernità, l’ha resa fragile, da cui una situazione in cui, mancando ogni punto di riferimento, tutto si dissolve in una sorta di liquidità. Si perde la certezza del diritto e le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti costi, l’apparire come valore e il consumismo. (...) La modernità liquida, la convinzione che il cambiamento è l’unica cosa permanente e che l’incertezza è l’unica certezza». Così il filosofo e semiologo Umberto Eco ha sintetizzato il concetto di ‘modernità o società liquida’ la teoria elaborata dal sociologo polacco Zygmunt Bauman, concetto chiarificatore di un metodo di analisi della realtà volto a comprendere i fenomeni sociali.

Come scrive Thomas Leoncini nel libro ‘Nati liquidi’, «Siamo infatti ‘mondo’, senza neanche accorgercene; e siamo soprattutto ciò che vediamo attorno a noi, ma quel che osserviamo non dipende esclusivamente da quel che siamo interiormente: di conseguenza va saputo interpretare per quello che è». Tutto questo come premessa indispensabile per cercare di capire la polemica nata in seguito alla chiusura straordinaria di un giorno, il 10 aprile, dell’Istituto comprensivo Iqbal Masih di Pioltello e, più in piccolo, quella di queste ore all’Ic di Bertesi di Soresina. Come è noto, nel primo caso si è scatenata una bufera politica sulla decisione del Collegio dei docenti, ratificata dal dirigente e sostenuta dai genitori del consiglio d’istituto.

In una lettera i genitori hanno voluto ribadire la «vicinanza» e il «sostegno al preside Alessandro Fanfoni», a cui sono arrivate minacce e insulti, e che oggi «ha paura», agli insegnanti e al personale «perché la scuola è prima di tutto fatta da esseri umani e da professionisti che lavorano ogni giorno esclusivamente per i nostri bambini e per farli vivere serenamente nella loro scuola». La chiusura è però stata contestata dall’ufficio scolastico regionale che ha aperto un dossier per valutare se le decisioni prese dall’istituto siano coerenti con la legge.

E come assicura il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, «sono emerse talune irregolarità: il provvedimento che ha deliberato la sospensione dell’attività didattica per il 10 aprile non è stato motivato e introduce una deroga ulteriore al calendario rispetto a quanto previsto dalla Regione Lombardia che prevede un numero massimo di tre giorni di sospensione delle attività didattiche a disposizione delle scuole. E qualsiasi deroga deve inoltre rispondere ad esigenze del Piano dell’offerta formativa e non può essere finalizzata in qualche modo a riconoscere nuove festività. La vera inclusione negli istituti ad alta presenza di studenti stranieri si realizza con nuove forme di potenziamento della didattica e con più adeguati criteri di formazione delle classi».

I quasi duecento insegnanti dell’Iqbal Masih si sono sentiti «aggrediti dallo Stato» e hanno chiesto in una lettera di «abbassare i toni» ed evitare le strumentalizzazioni di una scelta «legittima» fatta solo per motivi didattici, mentre la vicepreside Maria Rendani ha lanciato un appello al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, «perché venga a Pioltello e intervenga». Insegnanti e genitori hanno incassato il sostegno dei vescovi: «Il rispetto del fatto religioso è positivo», ha detto il segretario generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi. Che spiega come questo rispetto sia tipico del modello italiano perché «la laicità italiana non sopprime l’identità religiosa ma la promuove». Baturi ha tuttavia precisato di non sapere se in questo caso specifico «è stato rispettato il percorso amministrativo. Certamente rispettiamo la libertà religiosa, quella stessa che chiediamo per i cristiani in ogni parte del mondo», ha concluso l’arcivescovo di Cagliari. L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha poi ricordato che la chiusura «è un legittimo provvedimento della scuola» e che «una delle cose più importanti della vita è la religione».

Come da copione, si è divisa anche la politica, con l’eurodeputata della Lega Silvia Sardone che ha definito la decisione «preoccupante», mentre per la sindaca di Pioltello Ivonne Cosciotti (Pd) si tratta di «un atto di civiltà». Su quest’ultima posizione si schiera più o meno tutta la sinistra. Boccia la scuola di Pioltello il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Queste iniziative così estemporanee non sono utili, non credo che il musulmano rispetti la scuola italiana se questa cambia le sue regole per fargli un favore, nessuna scuola in un Paese musulmano chiude a Natale, perché loro giustamente hanno le loro regole. L’importante è che si permetta a tutti i musulmani di praticare la loro religione». Gli ha fatto eco il ministro del Turismo Daniela Santanchè: «Non dobbiamo indietreggiare su quelli che sono i nostri valori».

Stesso schema, anche se molto più in piccolo, nella vicenda di Soresina, dal punto di vista umano e culturale si può dire che siamo di fronte a casi analoghi. Qui, uno dei paesi del territorio con la più alta percentuale di stranieri residenti (e dunque di studenti, che rappresentano il 57 per cento, in maggioranza di religione islamica), va precisato, non si è mai pensato di chiudere la scuola come è stato deciso di fare nell’istituto di Pioltello, ma la dirigente del Bertesi, Daniela Romano, ha emanato una circolare intitolata ‘Informazioni sul Ramadan e linee guida per il personale docente’. Lo aveva già fatto in anni addietro senza peraltro suscitare polemiche.

«Vi incoraggio a dimostrare sensibilità culturale e religiosa durante il Ramadan e a rispettare le pratiche religiose; alcuni studenti potrebbero essere affetti dalla riduzione dell’energia dovuta al digiuno, siate comprensivi rispetto all’attività didattica», ha scritto, aggiungendo di evitare di consumare cibi e bevande all’interno della scuola durante le ore di digiuno del Ramadan «come segno di rispetto per coloro che lo stanno osservando. E se notate stanchezza o disagio in studenti o colleghi offrite il vostro sostegno e comprensione». Inoltre un invito preciso per il 6 e il 9 aprile «di non fissare verifiche, interrogazioni, uscite o momenti importanti per la didattica».

Certo, forse sarebbe stato meglio evitare l’appello a mangiare di nascosto il panino dell’intervallo, uno dei punti che ha fatto arricciare il naso a più d’uno. Sono solo raccomandazioni, come hanno sottolineato i colleghi dirigenti di scuole cremonesi che abbiamo sentito. Ma la polemica è esplosa ugualmente. «Inaccettabile trattamento di favore, non richiesto e non previsto, nei confronti degli alunni che professano una certa religione», puntano il dito Andrea Ferrari e Alice Ferrari, consiglieri comunali della Lega.

Comunque la si pensi, vale probabilmente la pena di soffermarsi a riflettere sull’invito «serve equilibrio» espresso da don Federico Cellini, incaricato diocesano di Pastorale ecumenica e del dialogo interreligioso. Al quale vale la pena di aggiungere il concetto di rispetto - cioè astensione dall’esprimere giudizi sugli altri e piuttosto prestare la dovuta attenzione prima di qualsiasi giudizio - e competenza, vale a dire riconoscere agli insegnanti professionalità e capacità di giudizio. Equilibrio, rispetto e competenza, tre concetti difficili da declinare in una società fluida e in perenne campagna elettorale (almeno qui da noi). Proviamoci tutti.

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Commenti all'articolo

  • fatacco_cr

    25 Marzo 2024 - 18:14

    Il punto è che noi a casa nostra dobbiamo integrarci alle loro usanze dimenticando che noi a casa loro dobbiamo per forza volenti o nolenti integrarci alle loro usanze! C'è qualcosa che non quadra! Perché i nostri fautori dell'integrazione non vanno a vivere per un po' in quei paesi e poi vediamo se saranno sempre così tolleranti!

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  • 1074roma

    25 Marzo 2024 - 16:31

    In questo tempo i musulmani adulti digiunano dall'alba al tramonto (digiunare è il fatto di astenersi dal cibo, dalle bevande, dal fumo e dai rapporti sessuali) e vengono incoraggiati a essere ancor più zelanti nella preghiera e nella lettura del Corano. 9 mar 2024

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  • 1074roma

    25 Marzo 2024 - 16:30

    Ramadan Secondo le prescrizioni del Corano, dal digiuno (chiamato sawn) sono esentati solo i minorenni, i vecchi, i malati, le donne che allattano o in gravidanza. Mentre le donne che hanno il ciclo mestruale o chi è in viaggio è esonerato dall'obbligo di digiuno solo temporaneamente. Al tramonto il digiuno viene interrotto con un dattero o un bicchiere d'acqua. 10 mar 2024

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