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CASALMAGGIORE. LA STORIA

Non vedente super laureato

Dottore di informatica con 110 e lode a Parma. «Ho perso la vista a 11 anni dopo un incidente»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

23 Marzo 2024 - 05:25

Non vedente super laureato

CASALMAGGIORE - È diventato dottore di informatica acquisendo il titolo accademico triennale da non vedente e da studente lavoratore. Con 110 e lode. Il primo in assoluto, con questa disabilità, a laurearsi all’Università di Parma, Dipartimento di Matematica, Fisica e Informatica, in questa disciplina. Kledian Leka, 23 anni, prossimo ai 24, con una determinazione a dir poco granitica ha sbriciolato qualunque ostacolo pur di raggiungere il suo obbiettivo.

«Lunedì – ci racconta Kledian - c’è stata la discussione della tesi, intitolata ‘Didattica dell’informatica. Strategie e strumenti per l’accessibilità inclusiva agli studenti con disabilità visiva’. Giovedì c’è stata la proclamazione con la comunicazione del voto. Sapevo in realtà di avere la possibilità di prendere un buon voto finale perché avevo un voto di presentazione di 105,5, con la possibilità di prendere al massimo altri 7 punti. È andata bene, sono contento».

Kledian, se non si fosse capito, è un ‘caterpillar’, in senso buono. «Ho perso la vista a 11 anni e mezzo per un incidente – racconta -. Da quel momento sono passati 12 anni e mezzo trascorsi da non vedente. Le possibilità sono due: o ci si ‘siede’ e si trova nella disabilità una ‘scusa’ per non fare le cose, che è la strada più semplice, oppure ci si rimbocca le maniche». Kledian ha scelto di non piangersi addosso ma ha sfoderato grinta, voglia di fare e di vivere con intensità ogni attimo.

Leka era già balzato agli ‘onori delle cronache’ perché anche quando si era diplomato perito informatico al Polo Romani nel 2020 aveva preso 100 e lode. E il massimo dei voti l’aveva raggiunto pure in terza media. «Sin dalle superiori ho la passione dell’informatica, che offre tante opportunità e anche nella tesi ho cercato di analizzare le varie problematiche esistenti in termini di inaccessibilità per uno studente con la mia stessa situazione, ma anche di descrivere delle soluzioni concrete».

Kledian ha iniziato a distanza a studiare all’Università: «Ho cominciato a distanza anche perché eravamo in piena pandemia, così ho seguito le lezioni da remoto. Da quasi tre anni lavoro anche come sviluppatore mobile and cloud per una società multinazionale informatica. Ho continuato a lavorare, dalle 8 alle 13. Poi, dalle 14 fino alle due di notte, mi sono impegnato a studiare».

Nel suo percorso ha incontrato «almeno cinque studenti, nella mia stessa condizione, che dopo il primo semestre hanno dovuto smettere. Per riuscire nell’obbiettivo, serve impegnarsi il doppio o il triplo rispetto a chi vede». Anche per la stessa difficoltà di reperire i materiali su cui studiare. Cosa che Kledian vuole migliorare, anche sulla base di risposte che ha ottenuto con il questionario che ha inserito nella sua tesi. Se non bastasse, Kledian ha svariati hobby: «Mi piace suonare, ho praticato per due anni atletica a livello agonistico». Da febbraio 2019 è anche istruttore di atletica leggera e da dicembre 2020 è entrato nell’albo dei docenti informatici. Ma adesso un po’ di riposo, no? «In realtà – risponde Kledian – io se non faccio nulla mi annoio. Adesso avrò più tempo per dedicarmi al mio blog sull'accessibilità che si chiama "La chiave dell'accessibilità"(https://www.theaccessibilitykey.com/).

Uno spazio che invita a scoprire «come migliorare l'accessibilità digitale e non solo, per creare un'esperienza inclusiva e accessibile a tutti». Un blog che offre guide, consigli e soluzioni «per migliorare l'accessibilità in tutti gli aspetti della vita quotidiana, con un focus sull'accessibilità digitale» e che esplora le tecniche di progettazione accessibile per i siti web, le applicazioni, le costruzioni, i trasporti, i servizi pubblici, l'istruzione, il lavoro e altro ancora, «per rendere il mondo un posto accessibile a tutti». Kledian ci sta riuscendo.

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