L'ANALISI
17 Marzo 2024 - 05:25
CREMONA - Situazione critica sul versante dei livelli di precariato nel Cremonese rispetto a quello riscontrato a livello Lombardo. Lo rileva un’analisi del Centro Studi Cisl, condotta sugli ultimi dati dell’Osservatorio del precariato dell’Inps.
Nel 2023 le assunzioni a contratto a tempo indeterminato, per le differenti classi di età fino a 29 anni e oltre 51 anni, sono state 5.590, di cui il 54% (ossia 3.115) nella fascia da 30-50 anni, mentre fino a 29 anni sono state 1.560 e oltre 51 anni sono state 1.135. Questo dato, rapportato al totale delle nuove assunzioni pari a 30.961, porta ad avere in provincia di Cremona una percentuale di nuove assunzioni, con contratti a tempo indeterminato, al 18% a cui si aggiungono i contratti in apprendistato, pari a 1.138, per una percentuale di contratti stabili del 22%, quando in Lombardia è stata del 28%.
Il totale delle nuove assunzioni con contratti flessibili, pari al 78% del totale delle nuove assunzioni, è dato dai contratti a tempo determinato pari a 11.121, che rappresentano il 36% del totale delle nuove assunzioni e il 46% delle nuove assunzioni a termine; contratti in somministrazione pari 10.269 (il 33% sui tutti i contratti e il 42% su quelli flessibili); contratti stagionali sono stati 992 pari al 3% sul totale dei contratti e del 4% su quelli a termine; contratti intermittenti sono stati 1.851 pari al 6% sul totale delle nuova assunzioni e pari all’8% sui contratti a termine.
Le assunzioni a tempo determinato, suddivisi per età, si presentano così: il 47% è concentrato nella fascia d’età dai 30 ai 50 anni, pari a 5.228; il 36% fino a 29 anni, pari a 4.033 assunzioni; il 17%, over 51, pari a 1.860 posti. Le assunzioni stagionali rapportate all’età: il 27%, pari a 271, sono over 51 anni; il 37%, pari a 371, sono fra i 30 e 50 anni; il restante 35%, pari a 350, sono fino a 29 anni.
Le assunzioni in somministrazione suddivise per età: il 46%, pari a 4.715, sono da 30 a 50 anni; il 41%, pari a 4.247, sono fino a 29 anni; il 13%, pari a 1.307, sono over 51 anni. Queste le assunzioni con contratti intermittenti scomposte per età: il 56%, pari a 1.043, fino a 29 anni; il 27%, pari a 493, da 30-50 anni; il 17%, pari a 315, per gli over 51 anni.
Le assunzioni a tempo indeterminato per età: il 56% (pari a 3.115) nella fascia d’età da 30-50; il 20%, pari a 1.135, nella fascia over 51; il 24%, in tutto 1.340, nella fascia d’età fino a 29 anni. Le assunzioni in apprendistato per età: il 97%, pari a 1.104, fino a 29 anni; il restante 3%, pari a 34 contratti, nella fascia da 30-50.
Altro dato critico riguarda i giovani: nel 2023 le assunzioni ‘junior’ sono state 12.117, pari al 39% del totale, ma ben 9.673 sono stati assunti con contratti a termine. Questo significa che il 80% dei giovani è in condizioni di precarietà occupazionale, che indica chiaramente quant’è alta la precarietà lavorativa dei nostri giovani, contro la media lombarda, pari al 76%.
«Come Cisl — spiega Dino Perboni, segretario Asse del Po — riteniamo necessario realizzare un’intesa territoriale per le nuove generazioni, per i giovani, attraverso la leva delle assunzioni stabili e durature da parte delle imprese e l’introduzione di agevolazioni fiscali ed amministrative, alle imprese che assumono giovani, da parte degli enti locali e della società ad essi controllate; così come va rafforzato il raccordo fra le scuole, gli enti di formazione professionale e le università con il mondo del lavoro, per intensificare i percorsi di orientamento scolastico e universitario, nonché la strutturazione di corsi di formazione permanente. La complessità dei cambiamenti in corso — aggiunge Perboni — e l’obiettivo di far crescere l’occupabilità dei giovani, richiedono soluzioni non solo nazionali, ma anche territoriali, perché, come hanno dimostrato sia gli studi e sia i dati di realtà, sono in primis le reti territoriali, fra istituzioni locali, istituti scolastici e universitari, enti di formazione professionale, Camera di commercio, associazioni datoriali e sindacali, che danno la forza e la visione dello sviluppo socio-economico di un territorio».
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