Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Lo lascia, lui la perseguita. «Veniva anche in negozio»

Imputato un 26enne. Storia di telefonate, messaggi minacciosi e di frequenti appostamenti

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

08 Marzo 2024 - 20:54

Un caso positivo nell’ufficio Gip: tampone a tutti i dipendenti

Il tribunale di Cremona

CREMONA - Lei oggi ha 24 anni, lui 26. La loro storia d’amore «non è andata bene». Dopo un periodo di convivenza, lei ha chiuso. E lui «non accettando la fine della relazione» — è scritto nel capo di imputazione — ha iniziato una vera e propria persecuzione, secondo l’accusa. I fatti contestati vanno dal 2022 al 2023: uno stillicidio di telefonate e messaggi, gli appostamenti davanti al negozio dove lei lavorava come commessa. Un «controllo» continuo fino al giorno in cui lui le ha mollato un ceffone.

Dopo il divieto di avvicinarsi alla giovane, il processo per stalking e lesioni. La ragazza si è costituita parte civile con l’avvocato Stefania Colombo: chiede al giudice di condannare il 26enne a risarcirla per tutto quello che le ha fatto passare. ‘Tutto’ sono «le quotidiane» telefonate e, nell’era dei social, «i quotidiani messaggi» inviati «con insistenza» su WhatsApp, su Instagram, su Telegram. E via mail.

colombo

Stefania Colombo

Offese, minacce, ripetute richieste di incontrarla, di ricucire il rapporto. Sui social la giovane lo ha bloccato, ma non è servito. Perché il suo stalker sbucava ovunque. Accadeva per strada. Le si avvicinava: «Ti posso parlare? Torniamo insieme». Accadeva quando lei era in compagnia di amici e lui non perdeva occasione di denigrarla. «Sapete che lei ha avuto rapporti sessuali con altri ragazzi?». ‘Tutto’ sono la lettera ‘M’ (l’iniziale del nome della giovane) che l’imputato con la lametta si era inciso sul braccio, facendolo sanguinare. Un clic: ha scattato la foto e gliel’ha inviata.

‘Tutto’ sono i controlli. «Frequentemente» la giovane se lo è trovato negli stessi posti in cui lei andava, da sola o in compagnia: nelle vie del centro storico o al centro commerciale. Ma anche nel negozio dove lei lavorava come commessa. Lui entrava, fingeva di comprare qualcosa, in realtà la cercava. Le altre commesse conoscevano il dramma della collega e appena lo vedevano tra le corsie, la portavano nel magazzino. Capitava che la ragazza non fosse di turno. «Lui si presentava in negozio, faceva domande. A volte le faceva dei regali e li lasciava lì. Ma lei non li accettava. Era spaventata, perché la storia era già chiusa da un pezzo. Una volta si è presentato con una borsina. In un negozio vicino le aveva comprato un completo intimo», ha raccontato oggi una collega con la quale la giovane si era confidata. «Lei era sempre molto ansiosa. Vedevo che non stava bene. La sera, spesso l’accompagnavo io in stazione», perché lui in stazione l’aspettava, quando non era fuori dal negozio.

Un giorno di agosto del 2022, al distributore di bevande in via Palestro, per l’accusa l’imputato ha spinto l’ex contro il muro, sussurrandole nell’orecchio: «Vedrai che ti pentirai e tornerai con me». Il 12 gennaio del 2023, all’interno della biblioteca in via Ugolani Dati, all’improvviso lui le ha mollato uno schiaffo così forte da farle cadere gli occhiali a terra e causandole lesioni («Trauma laterocervicale orecchio sinistro», prognosi 5 giorni). Quel giorno, in biblioteca due studenti universitari videro la scena. Il primo ha riferito al giudice: «Conoscevo sia la ragazza che il ragazzo. Stavo studiando in biblioteca per preparare un esame. Nella pausa, io e il mio amico siamo andati al bar. Tornando, ho visto che lui era un po’ innervosito. Lui si è permesso di darle uno schiaffo. Le sono caduti gli occhiali, io li ho raccolti». L’amico è intervenuto: «Mi sono in messo in mezzo per calmare gli animi, per mettere pace». Il 31 maggio si tornerà in aula.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400