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#CodiceRosso. Non sei sola», convegno rivolto agli studenti delle superiori

Lunedì prossimo alle 9 al teatro Filo, l'evento organizzato da Santo Canale con il Sindacato unitario lavoratori di polizia locale e promosso dall’Ufficio scolastico territoriale

La Provincia Redazione

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29 Febbraio 2024 - 18:09

#CodiceRosso. Non sei sola», convegno rivolto agli studenti delle superiori

Elena Guerreschi, Silvia Ventura, Ester Esposito, Santo Canale, Massimiliano Girardi e Aurora Romano

CREMONA - Il 65% degli adolescenti ha subìto da parte del partner il controllo: dalla richiesta di non accettare contatti sui social (42%) a quella di non uscire più con altre persone (40%), al controllo dei profili social (39%). Il 30% degli adolescenti sostiene che la gelosia sia «un segno d’amore»; per il 21% condividere la password dei social e dei dispositivi con il partner è una «prova d’amore».

Il 17% pensa che in una relazione intima possa scappare un ceffone ogni tanto. Sono alcuni dei campanelli di allarme - non più ignorabili - emersi dal sondaggio effettuato a dicembre scorso da Save The Children in collaborazione con Ipsos: a 800 ragazze e ragazzi tra i 14 e i 18 anni, è stato chiesto come vivono le loro relazioni sentimentali e come interpretano il consenso al rapporto sessuale. Un adolescente su 10 ha condiviso o postato foto intime senza il consenso della persona ritratta e per l’11% c’è stata una condivisione a di proprie foto intime senza averne dato il consenso. Si chiama revenge porn, uno dei reati del cosiddetto codice rosso insieme ai maltrattamenti, allo stalking, alle violenze sessuali, ai femminicidi.

#CodiceRosso. Non sei sola» è il convegno rivolto agli studenti degli istituti e dei licei, lunedì prossimo alle 9 al teatro Filo, organizzato da Santo Canale con il Sindacato unitario lavoratori di polizia locale e promosso dall’Ufficio scolastico territoriale. «Cultura della non violenza», «prevenzione», «attività della Rete».

Sono alcuni dei concetti emersi alla conferenza stampa di presentazione del simposio, nella Sala Eventi di Spazio Comune.

Ogni occasione è buona per gettare un seme. Lo è il convegno voluto da Canale. Lo sono gli incontri a scuola di polizia, carabinieri e polizia locale. «È importante far capire ai ragazzi che questi comportamenti sono sbagliati, sono reati quando superi il limite. E se i bambini vedono comportamenti violenti in famiglia, sappiamo bene che poi, inevitabilmente, in qualche modo saranno portati a ripeterlo», ha detto Aurora Romano dell’Ufficio scolastico territoriale. Lunedì il fenomeno delle violenze di genere sarà indagato attraverso le voci della Rete. Le forze di polizia sono la prima linea del fronte insieme alla magistratura: al convegno interverrà il pm Chiara Treballi.

«La questura è sempre molto sensibile al tema della violenza di genere, contro le donne in particolare», ha premesso il commissario Ester Esposito della Divisione anticrimine, che in tema di prevenzione, spiegherà «gli strumenti di competenza esclusiva del questore (le nuove tipologie di ammonimento) prima della commissione del reato, cercando di salvaguardare la tutela della donna». La tempestività nelle misure da adottare è fondamentale.

«Il fenomeno della violenza di genere si combatte insegnando alle ragazze e ai ragazzi la legalità», ha rimarcato il tenente colonnello dell’Arma dei carabinieri, Massimiliano Girardi, che al convegno porterà casi pratici, insieme al maresciallo Barbara Santapà. Interverranno Sonia Bernardi della Polizia locale di Cremona, Giuseppe Nicoletti, suo «omologo» a Bergamo, Francesca Maria Cò, primario del Pronto soccorso.

Sul palco, Elena Guerreschi, avvocato, presidente di Aida, centro antiviolenza che opera dal 2001. «Al di là delle attività di sportello e di assistenza alle donne, l’attività di sensibilizzazione e prevenzione è sicuramente una parte fondamentale della nostra mission - ha sottolineato Guerreschi —. Parlare agli studenti rappresenta certamente un punto focale di tutta la lotta contro la violenza di genere: è attraverso la sensibilizzazione che noi possiamo arrivare ai ragazzi, anche ai bambini delle elementari con i linguaggi giusti, con le modalità giuste, per cercare di instillare, già da subito, una cultura della non violenza e della parità. Il lavoro di Rete è fondamentale per poter ottenere dei risultati. Noi da soli, presi singolarmente anche come enti, non potremmo essere efficaci».

Affermazioni condivise da Silvia Ventura dei Servizi sociali: «Anche noi lavoriamo sia nella prevenzione di una cultura antiviolenza sia nell’intercettare le situazioni, ma, soprattutto, abbiamo un ruolo importante nella realizzazione dei percorsi dopo l’uscita dal contesto di violenza. Sarebbe un intervento senza gambe pensare che dopo la denuncia e l’uscita da quella casa, il problema sia risolto. Spesso si tratta di persone che sono state isolate, senza lavoro e autonomie. Il grande lavoro dei servizi sociali è dare autonomia alle vittime».

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