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«Colpì il commissario», Piccinelli va a processo

Il giudice rinvia a giudizio la presidente No vax del Comitato Fortitudo per il caso del 30 maggio in piazza Duomo

Francesca Morandi

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07 Marzo 2024 - 19:02

«Colpì il commissario», Piccinelli  va a processo

Il tribunale di Cremona

CREMA - Affronterà il processo Grazia Piccinelli, presidente del Comitato Fortitudo (No vax e No green pass) rinviata a giudizio con le accuse di resistenza a pubblico ufficiale e di calunnia nei confronti di Bruno Pagani, all’epoca dei fatti – il 30 maggio del 2022 – vice questore alla guida del commissariato di Crema. Pagani (ora in pensione) si è costituito parte civile con l’avvocato Massimiliano Cortellazzi. Piccinelli è difesa dall’avvocato Filippo Marioni di Pavia. La prima udienza è fissata per il 22 novembre prossimo. 

I fatti. La sera del 30 maggio, in piena campagna elettorale, l’ex premier Giuseppe Conte tenne un comizio in piazza del Duomo per sostenere la candidatura a sindaco del pentastellato Manuel Draghetti. Secondo l’avvocato Cortellazzi, Piccinelli «non ha ottemperato agli inviti di contenersi e di non turbare il comizio, continuando ad aizzare i suoi compagni». Per raggiungere il palco, «spintonò e strattonò» il vicequestore e altri poliziotti.

L’indomani, la presidente del Comitato Fortitudo presentò in Questura a Cremona un querela contro Pagani, accusandolo, sostiene la parte civile, di «essere stata fermata con violenza», di «essere stata strattonata», afferrata per un braccio e di essersi presa «due gomitate in pieno stomaco». Agli atti c’è un filmato che per l’accusa smentirebbe Piccinelli: la gomitata, secondo l’avvocato Cortellazzi, se la prese Pagani.

«Vedasi il minuto 2’24 del video. Peraltro — è scritto nell’atto di costituzione di parte civile — la denuncia-querela sporta nei confronti del commissario, anche atteso il ruolo istituzionale, impattava pesantemente sulla sua attività professionale e sulla sua vita privata, costringendolo, in ogni caso, a doversi difendere e dimostrare di non aver posto in essere le condotte contestategli dalla Piccinelli».

Davanti al gup, Piccinelli si è difesa. Ha sostenuto di aver percepito l’operato del vice questore Pagani e della polizia come arbitrario, non consentendole di esercitare i propri diritti costituzionalmente garantiti di poter manifestare le sue idee e il suo dissenso. E in relazione all’accusa di calunnia, ha sostenuto di non aver accusato, nella sua querela, il vice questore Pagani di averla colpita con due gomitate nello stomaco, ma, al contrario, di aver ricevute lei le gomitate mentre veniva circondata da un gruppo di agenti, tra i quali lo stesso vice questore.

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