L'ANALISI
10 Gennaio 2024 - 15:45
Maria Grazia Piccinelli e il vice questore Bruno Pagani
CREMA - A Cremona, la città dove è nata e risiede, Maria Grazia Piccinelli, 55 anni, è conosciuta per aver costituito il comitato no vax-no green pass ‘Fortitudo’, messo in piedi a settembre del 2021 e del quale è la pasionaria presidente. A Crema, si è fatta conoscere la sera del 30 maggio 2022, il lunedì del comizio elettorale tenuto in piazza del Duomo dall’ex premier Giuseppe Conte, salito sul palco per sostenere la candidatura a sindaco del pentastellato Manuel Draghetti. Sotto il palco c’era lei, la Piccinelli, con un gruppo di no vax. Ce l’aveva con Conte, l’ex premier ‘colpevole’ dei provvedimenti varati dal suo governo durante la pandemia. Furiosa, voleva raggiungerlo. Tentò di sfondare il cordone di poliziotti, colpì il vice questore Bruno Pagani, capo del Commissariato di Crema che a fatica tentò di contenerla.
Ora Piccinelli è imputata non solo di resistenza a pubblico ufficiale, ma anche di aver calunniato Pagani. All’indomani del comizio, infatti, lo querelò, accusandolo di averla «strattonata con violenza» sotto il palco e di essere stata colpita con due gomitate in pieno stomaco. Ma un filmato l’ha smentita. Accadde il contrario: la gomitata se la prese Pagani. Archiviata l’indagine aperta nei confronti del capo del commissariato di Crema, nei guai c’è finita la capa dei no vax. Oggi a Cremona si è tenuta l’udienza preliminare. Pagani, 60 anni compiuti il 26 dicembre scorso e da poco in pensione, si è costituito parte civile con l’avvocato Massimiliano Cortellazzi. Alla pasionaria Piccinelli chiede 30mila euro di risarcimento danni.
Il pm, Francesco Messina, ha chiesto il rinvio a giudizio per l’imputata, la quale si è difesa, rilasciando dichiarazioni spontanee. La sua versione: lei voleva avere spiegazioni da Conte, voleva avvicinarsi al palco, ma le fu impedito e lei si è difesa. Il suo avvocato aveva chiesto il «non luogo a procedere». Quando il giudice è tornato dalla camera di consiglio, niente decisione, ma rinvio al 6 marzo prossimo per sanare una questione procedurale: la Piccinelli, seppur presente, non aveva ricevuto la notifica dell’udienza. Si riparte, dunque, dal 6 marzo. In Tribunale, la presidente del Comitato Fortitudo era arrivata con un gruppo di no vax, al quale è stato negato l’ingresso nel Palazzo di giustizia.
I fatti. Il 30 maggio di due anni fa, la Piccinelli e altri no vax del Comitato si piazzarono sotto il palco, tra la folla. Come ha riferito l’avvocato Cortellazzi, la presidente «spiccava per il particolare livore nei confronti di Conte». Così, visto «il pesante turbamento del regolare svolgimento» e «al fine di proteggere il palco dagli agitatori», il vice questore Pagani, con i poliziotti del Commissariato e con il personale della Digos, fu costretto a predisporre un cordone. Ma la Piccinelli «non ha ottemperato agli inviti di contenersi e di non turbare il comizio, continuando ad aizzare i suoi compagni». Per raggiungere il palco, «spintonò e strattonò» il vicequestore e altri poliziotti.
L’indomani, la Piccinelli si presentò in Questura a Cremona. Denunciò Pagani, accusandolo di «essere stata fermata con violenza», di «essere stata strattonata», afferrata per un braccio e di essersi presa «due gomitate in pieno stomaco». Ma i filmati l’hanno smentita. «Vedasi il minuto 2’24 del video. Peraltro - è scritto nell’atto di costituzione di parte civile - la denuncia-querela sporta nei confronti del commissario, anche atteso il ruolo istituzionale, impattava pesantemente sulla sua attività professionale e sulla sua vita privata, costringendolo, in ogni caso, a doversi difendere e dimostrare di non aver posto in essere le condotte contestategli dalla Piccinelli».
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