L'ANALISI
06 Marzo 2024 - 10:03
Uno scorcio del Macbus
SONCINO - Per i residenti del quartiere (e non solo) arriva forse la notizia più attesa in assoluto: sì, anche il Bosco Urbano (o Macbus), una delle poche aree del borgo medievale rimasta sinora ‘punto cieco ’, avrà le sue telecamere. E non poche: saranno una decina gli occhi elettronici disseminati lungo il polmone verde della città. L’impianto pronto prima dell’estate, i fondi già stanziati.
«L’impianto di videosorveglianza permetterà di garantire maggior sicurezza sia per i cittadini che frequentano il parco che per le opere d’arte esposte. Le telecamere copriranno il percorso pedonale, il bosco che è stato interessato da episodi di vandalismo e anche l’area-giochi». Così Gabriele Gallina, sindaco del gioiello sull’Oglio, commenta la novità in arrivo.
In realtà non si tratta di un fulmine a ciel sereno. Anzi, la video-copertura pressoché totale delle aree pubbliche era nei piani dell’amministrazione già da tempo e il Macbus (acronimo di Museo di Arte Contemporanea Bosco Urbano di Soncino, ndr) col vicino Piazzale Nassiriya erano ormai rimasti gli ultimi grandi esclusi. Tutto secondo programma, quindi. Ma non c’è dubbio che a giocare un ruolo fondamentale, quantomeno nell’accelerazione del processo, siano stati gli atti di vandalismo che hanno preso di mira diverse aree della altrimenti tranquilla cittadina, col parco proprio in pole position.
Più nello specifico, sono due i casi incresciosi che hanno interessato il bosco più amato dai soncinesi: il primo riguarda la ‘decapitazione’ di una statua, peraltro un pezzo unico dal valore inestimabile firmato da un’artista internazionale, distrutta nottetempo da un gruppo di giovanissimi, stando almeno ai sospetti della gente del posto; il secondo, sempre stando a quanto dicono gli inquilini del contado ancora da attribuire a una giovane gang, ha invece visto nel ruolo di sfortunata protagonista la panchina dove riposano anziani, bimbi e famiglie, proprio all’ingresso dell’area verde. Le assi, addirittura, divelte a mano.
Ma quindi, finora, Soncino è stata una città poco sicura e poco sorvegliata? In realtà è il contrario. Sede di una caserma dei carabinieri e di un comando di polizia locale che servono peraltro anche il territorio circostante, il borgo è a conti fatti ancora oggi considerabile un’isola felice, almeno se paragonato alle realtà limitrofe. Certo è che, per forza di cose, nei posti più silenziosi anche il minimo rumore si trasforma in baccano. Inoltre, un dato curioso e sconosciuto a molti riguarda proprio la videosorveglianza. Sì, è vero, Soncino aveva bisogno di altre telecamere. Ma anche perché si estende su oltre 45 chilometri quadrati. Per dare un’idea, con poco più di 7.500 abitanti è grande la metà di Brescia che ne conta quasi 200 mila. Inoltre è tra le cittadine, con Cremona e Crema, più ‘filmate’ della provincia: c’è una webcam ogni 150 abitanti. Per fare un rapporto coi ‘cugini’: Soresina ne ha una ogni 230, Castelleone una ogni 400 residenti.
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