L'ANALISI
21 Settembre 2023 - 09:27
Il vice sindaco Fabio Fabemoli e una panchina semidistrutta dai vandali
SONCINO - Cos’hanno in comune il Macbus e Castelgiardino? Sono due dei parchi più mozzafiato del Cremonese e si trovano entrambi a Soncino, tanto per cominciare. Ma, purtroppo, li accomuna anche la sfortuna di essere gli obiettivi privilegiati dei vandali che passano dal borgo. Una nuova amara scoperta, infatti, è stata documentata dai residenti di piazzale Nassiriya: per l’ennesima volta qualcuno ha distrutto le panchine dell’area relax accanto al parco giochi. La violenza, peraltro, tale e tanta che si pensa addirittura che ci si possa essere schiantata una macchina. Oltre alle assi divelte, appunto, c’è perfino il metallo piegato. Amareggiato il vicesindaco e titolare ai Lavori pubblici Fabio Fabemoli: «Che dire? Sfortunatamente oggi non ci si stupisce nemmeno più. Nella gara alla civiltà si sta giocando sempre più al ribasso».
Ma la delusione non significa che manchi la voglia di fare. E di rispondere al gesto: «Se ricostruiremo nuovamente l’area? Sì, ma non lì. Infatti – precisa Fabemoli – da tempo avevamo in programma di tagliare gli alberi che sovrastano il parco giochi, ormai vetusto e di cui rimane il solo scivolo. Quel che faremo è, dunque, spostare il parco giochi, rifarlo ex novo, e con esso anche le panchine, individuando una nuova area del Bosco Urbano adatta allo scopo». Come il numero due di piazza Garibaldi, anche tutti gli altri soncinesi non hanno certo preso alla leggera questo gesto. Soprattutto, perché compiuto in un tempio dell’arte e della natura che ogni altra cittadina invidia. Beppe Brescianini, frequentatore del polmone verde e fotografo autore dei primissimi scatti che ritraggono l’azione vandalica, è fra i più indignati: «Giusto parlarne. Situazione ormai intollerabile».
Come detto, non è la prima volta che il Museo di Arte Contemporanea Bosco Urbano di Soncino, o più in breve ‘Macbus’, finisce nel mirino degli incivili. E, sfortunatamente, i ripetuti attacchi alle panchine non sono nemmeno annoverabili fra i gesti più gravi. Lo è invece, per esempio, la decapitazione della statua creazione dell’olandese Johan Friso, opera di valore internazionale e in copia unica (dunque inestimabile) che risale allo scorso marzo. Un raid, forse a opera di giovanissimi che pensavano di fare una goliardata, che ha profondamente ferito la comunità artistica del Gioiello sull’Oglio e non solo. La nota consolatoria riguarda i piani del Comune per il futuro: il municipio, infatti, ha intrapreso un piano di potenziamento della videosorveglianza, che è già la terza più imponente della provincia dopo il capoluogo e Crema, e i parchi sono tra le location prioritarie per l’installazione delle webcam.
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