L'ANALISI
VAIANO CREMASCO. IL RIFUGIO CONSORTILE
05 Marzo 2024 - 05:25
La responsabile Elena Castelli con un ospite della struttura
VAIANO CREMASCO - Nel rifugio consortile ci sono ormai una quarantina di cani di taglia grande. La capienza massima è sì di ottanta animali, ma il problema è che, in stragrande maggioranza, si tratta di razze non di facile gestione, come i Terrier tipo bull, ad esempio i Pit bull, o come i molossidi: i più conosciuti sono il Rottweiler e il Dogo argentino. Senza dimenticare gli incroci. Le difficoltà oggettive nell’ospitare queste tipologie di animali stanno creando non poche difficoltà alla struttura e agli stessi volontari. A causa di un boom di cessioni da parte di proprietari, che non riescono più a prendersi cura di questi esemplari.
«Sono razze che hanno una sensibilità estrema, con bisogni di accudimento veramente elevati da parte del padrone e della famiglia», sottolinea Elena Castelli, veterinario responsabile della struttura di via Martiri delle Foibe. «Vanno seguiti costantemente — prosegue la direttrice sanitaria —: anche una semplice passeggiata richiede concentrazione, non si può portare a spasso un cane simile e nel contempo distrarsi con il cellulare. Servono riferimenti solidi, coerenza e stabilità. Molto spesso le persone li adottano senza la minima consapevolezza e si trovano a non riuscire a gestirne le esigenze. Di conseguenza, chiedono che vengano accolti da noi. Il problema è che hanno bisogno di particolari attenzioni anche in un canile. A volte, la quotidianità in un box acuisce le situazioni di disagio dalle quali provengono».
In maggioranza sono animali che vengono adottati tramite cucciolate casalinghe di privati o amici. «Stiamo assistendo a troppe rinunce e siamo in difficoltà — sottolinea Castelli —: la nostra struttura dovrebbe essere solo un punto di passaggio per i cani, in vista di una auspicata adozione. Purtroppo, anche a causa di queste rinunce, ci sono animali che restano da noi per mesi, se non anni. Ricollocare questo tipo di cani, che sovente hanno avuto un passato gestionale errato, non è propriamente facile. Servono un percorso di rieducazione e dunque tantissime energie e risorse umane».
La direttrice lancia un appello: «Chi vuole prendere un cane di questo tipo, faccia almeno un patentino, si premuri di seguire un percorso di formazione e poi, se sceglie un cucciolo del genere, si faccia assistere sin dalle prime settimane da educatori cinofili e veterinari comportamentisti». Il problema che si sta registrando a Vaiano è comune a molti altri canili di tutta la regione e del resto del Paese.
Nel Cremasco è emerso dalla fine del 2022 e interessa un po’ tutti i comuni del distretto che fa riferimento alla struttura Sogni felici.
Serve dunque maggior consapevolezza nella scelta del compagno a quattro zampe, per evitare di trovarsi poi in situazioni complicate, che possono mettere a rischio l’animale stesso.
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