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MONTODINE. LA STORIA

I cinquemila metri senza più segreti per Filippo

L’imprenditore cremasco di 37 anni conquista la quinta vetta durante una spedizione in Messico

Dario Dolci

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05 Marzo 2024 - 05:20

I cinquemila metri senza più segreti per Filippo

MONTODINE - E cinque. Filippo Maria Ruffoni, 37enne alpinista e imprenditore nel settore della legna da ardere, ha scalato la sua quinta vetta oltre i cinquemila metri. Si è trattato del Pico de Orizaba, in Messico, 5.650 metri. La partenza è avvenuta dal campo base rifugio Piedra Grande, situato a quota 4.200, poco prima dell’una di notte con arrivo alle 7.50, quindi dopo quasi otto ore di scalata. «Ho affrontato la salita — spiega Filippo — insieme a tre amici russi, che avevo conosciuto nel 2018, quando avevo raggiunto la cima del monte Elbrus, di 5.642 metri, nel Caucaso. Insieme siamo poi saliti sul Kilimangiaro, dopodiché loro mi hanno aiutato a organizzare la spedizione in solitaria che ho compiuto sul Kazbek, 5.033 metri, in Georgia».

Qualche giorno prima di affrontare il Pico de Orizaba, Ruffoni aveva effettuato una prima fase di acclimatamento con la salita al vulcano La Malinche, a quota 4.400. «Il raggiungimento del Pico de Orizaba — commenta l’esperto alpinista — può considerarsi un’escursione di notevole lunghezza, 30 chilometri totali tra salita e discesa a cavallo dei cinquemila di altitudine con pendenze superiori al 65-70%». E nonostante l’adeguata preparazione, non sono mancati gli imprevisti.

«Le informazioni che avevamo avuto prima della partenza non erano corrette. Quando siamo arrivati nell’ultimo tratto, non c’era più la neve e questo è stato un problema, perché sarebbe servita l’attrezzatura per il ghiaccio, che invece non avevamo a sufficienza. In più, ci davano temperature da meno 10 a meno 15 gradi e invece erano attorno allo zero. Comunque sia, ce l’abbiamo fatta lo stesso. La salita a queste vette avviene sempre di notte, perché il ghiaccio è più stabile».

La preparazione, anche agli imprevisti, ha permesso una ascensione lineare e continuativa. Nonostante i rischi, gli scalatori hanno unito le forze per poter raggiungere la vetta, mentre altre cordate hanno desistito per mancanza di attrezzatura e per timore. Filippo è invece riuscito nella sua impresa, unico italiano in vetta. Anche questa avventura messicana può iscriversi nella ‘collezione’ oltre i cinquemila dell’alpinista cremasco che, grazie a una attenta e scrupolosa, preparazione fisica e mentale.

I precedenti traguardi — come detto — erano stati l’Elbrus, il Kazbek, il Monte Kenia e il Kilimangiaro.

Al termine di questa impresa messicana, l’alpinista montodinese ha ricevuto il riconoscimento ufficiale da parte del presidente Gerardo Reyes Carlin dell’associazione alpinistica Servimont dello Stato messicano di Puebla.

Messa in bacheca un’altra vetta, il 37enne scalatore ha già nel mirino altri obiettivi: «Vorrei provare con l’Aconcagua, ma non è facile ottenere i permessi necessari. Comunque, a ottobre sarò sicuramente sull’Himalaya».

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