L'ANALISI
29 Febbraio 2024 - 20:02
SONCINO - Un gesto di generosità e onestà di quelli, oggi, sempre più rari: mentre va al lavoro un ragazzo, dipendente della Vanoli, trova un portafoglio con contanti, bancomat e tutti i documenti. Sono le sei e mezza del mattino. La proprietaria, una giovane del borgo, l’ha perso mentre si dirigeva alla stazione dei bus per andare a Cremona.
La posizione, lontana da occhi indiscreti ed elettronici, gli avrebbe permesso di fare ben altro. Lui, invece, non ci ha pensato un secondo, facendo la cosa giusta. E, già a mezzogiorno del giorno stesso, l’oggetto smarrito era stato riconsegnato. A casa, di persona. Il racconto della famiglia che gli ha aperto la porta: «È una storia, per certi versi, insolita – commentano i soncinesi –. Il ragazzo nordafricano non ha voluto sentire ragioni, rifiutando una mancia e qualsiasi tentativo di ringraziarlo in modo concreto. Si è accontentato di una stretta di mano e di un ‘grazie’».
A parlare è il padre. Che, per una scelta condivisa da tutti i protagonisti della vicenda, vuole mantenere l’anonimato. E un motivo c’è. Perché il punto non è l’identità, bensì lo scopo: «Abbiamo deciso di rendere pubblico quanto accaduto sul ‘nostro’ giornale perché, in mezzo a tante brutte notizie, penso sia giusto ricordare che c’è anche del bello nel mondo. Nella vita di tutti i giorni».
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