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IL PROCESSO

Picchia l’ausiliario, condannato a otto mesi

L’episodio nel 2009 a Crema. Verbale all’auto del difensore in divieto durante l’udienza

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

28 Febbraio 2024 - 18:56

Picchia l’ausiliario, condannato a otto mesi

CREMONA - Mentre nell’aula penale difende il cliente imputato di violenza, minaccia e lesioni a un ausiliario del traffico che lo aveva sanzionato a Crema, l’avvocato prende la multa per divieto di sosta, a Cremona. Accade nel mercoledì del mercato dove è un’impresa trovare un parcheggio nei dintorni del palazzo di giustizia. Se poi piove, è ancora peggio. Andava di fretta l’avvocato Doriano Aiolfi partito la mattina da Crema. Il processo era fissato alle 10. In aula è arrivato con l’acqua alla gola il difensore, che per due mandati — dieci anni — è stato l’apprezzato sindaco di Bagnolo Cremasco (lista civica): venne eletto nel 2009 e riconfermato nel 2014.

aiolfi

L'avvocato Doriano AIolfi

Il suo cliente è stato condannato a 8 mesi di reclusione. Tra sessanta giorni la motivazione della sentenza.

Il fatto risale al 28 giugno del 2019. L’ausiliario del traffico oggi abita nel Milanese. Quel venerdì pomeriggio a Crema è andata data così. «Stavo facendo il solito giro per controllare se sulle auto ci fosse il ticket o se fosse scaduto — ha spiegato l’ausiliario —. Ho sanzionato l’auto di questo signore. Mentre andavo via, mi ha chiamato, con tono minaccioso mi ha detto: ‘Mi ha fatto la multa? ‘Sì’. ‘Toglimela subito se no ti ammazzo, sono stato in carcere tre anni, tornarci per me non è un problema’». Nb: l’imputato in carcere «prima non c’era mai stato: lo è adesso per altra causa e per reati non gravi», preciserà il difensore.

«Al signore ho detto che non potevo togliere la multa — ha continuato l’ausiliario del traffico —. Lui mi ha insultato (pezzo di …) , ha appallottolato la multa, me l’ha messa sulla bocca: ‘Te la faccio mangiare’, mi ha dato un pugno sulla spalla e una sulla mano. Poi ha rotto la cartelletta che uso per le sanzioni, ho preso una botta al pollice: 7 giorni di prognosi. Il signore è salito in auto, ha accelerato, ha poi fatto una sterzata ed è andato via».

Un testimone aveva assistito alla parte finale della discussione: «Quel signore inveiva contro l’ausiliario del traffico. Ho visto che gli ha ha fatto ‘saltare’ la cartelletta dalle mani. Mi sono fermato, perché l’ausiliario era molto scosso e molto pallido. L’ho fatto sedere e ho chiamato l’ambulanza. Sono arrivati i soccorritori e gli hanno dato assistenza. Prima di andarmene, gli ho detto di non farsi problemi, che nel caso io c’ero per testimoniare». Il teste è stato poi chiamato al Comando della polizia locale. «Mi hanno mostrato alcune fotografie e ho riconosciuto l’automobilista».

«I fatti contestati sono provati. La parte offesa ha confermato la violenza, la minaccia a pubblico ufficiale e le lesioni. Il testimone ha confermato l’arroganza dell’imputato e il timore della vittima», aveva detto il pm nel chiedere la condanna dell’imputato a 9 mesi. «Sicuramente è un fatto molto spiacevole, ma il teste ha riferito di una discussione, non di una colluttazione. E nella discussione, la cartelletta è involontariamente caduta. L’aggravante contestata non c’è, perché l’ausiliario del traffico non è un pubblico ufficiale», ha arringato l’avvocato, che al giudice aveva chiesto di assolvere — per insufficienza di prove — il multato, prima di scoprire di essere, a sua volta, multato. La notizia l’ha data egli stesso, sorridendo, rientrato in Tribunale dopo il processo e dopo aver raggiunto l’auto. «C’era un ausiliario del traffico che mi ha detto: ‘Qui non può metterla’».

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