L'ANALISI
27 Febbraio 2024 - 19:06
CREMONA - Con la pensione di sua madre si è pagato 3mila euro di corsi in medicina integrata giù a Rimini, oppure «ristoranti e alberghi anche in Svizzera». Dal 2016 a febbraio del 2019, dal conto corrente dell’anziana madre ha prelevato 81mila euro: 45mila li ha girati sul proprio conto corrente. Il fatto è che di sua madre, il figlio era l’amministratore di sostegno. I 1.700 euro di pensione più i 1.100 di sostegno per la disabilità gravissima elargiti da Regione Lombardia, il figlio doveva utilizzarli per l’assistenza della sua amministrata.
Rifiuto di atti di ufficio (le mancate rendicontazioni annuali al giudice che ha trasmesso gli atti in Procura) e peculato (l’ amministratore di sostegno è un pubblico ufficiale) sono le accuse che hanno portato sul banco degli imputati Vittorio Dotti, 59 anni, maturità classica, la passione per le fotografie e la scrittura, un concentrato di cultura e stravaganza. Non era in aula oggi, Dotti. C’era Chiara Barcellesi, avvocato, testimone del pm Francesco Messina.
Il 22 febbraio del 2019, il giudice revocò Dotti, nominandola amministratore di sostegno dell’anziana (scomparsa il 12 dicembre del 2021). La teste ha spiegato la situazione che trovò. «Al momento della mia nomina, sul libretto in cui veniva versata la pensione della signora non c’era nulla». Al punto che «a marzo, prelevai dal mio conto i soldi per pagare i contributi alla badante che dopo due giorni doveva partire». «I 2.800 euro, tra pensione e misura di sostegno erogata dalla Regione, erano sufficienti per la gestione delle spese dell’amministrata? Poteva avanzare qualcosa?», le domande del pm. «Potevano avanzare tra i 600 e gli 800 euro». La teste ha poi precisato: «Di essersi appropriato di somme, Dotti lo ha ammesso e scritto in un esposto. Lui ha anche detto di aver versato circa 500 euro al mese come contributo al fratello per gli anni di amministrazione, ma di questa consegna non c’è traccia e il fratello ha smentito».
Il finanziere ha illustrato il risultato degli accertamenti bancari tesi a verificare «distrazioni di somme». «Dal 2016 al 2019, dal conto postale intestato alla signora, il figlio ha fatto 90 prelievi per 81mila euro. Prelievi, per circa 45mila euro, li ha versati sul suo conto corrente, gli altri 35mila euro non si sa che fine abbiano fatto». I movimenti erano effettuati in contemporanea. «Il giorno in cui si prelevavano soldi dal conto della signora, si registravano versamenti sul conto del figlio. Coincidevano le date, non tanto le cifre».
L’investigatore ha parlato del conto cointestato degli anziani coniugi: «Erano stati accreditati 16mila euro di stipendi, 19mila euro dalla Regione Lombardia: 11 mila euro, il padre li aveva girati sul conto del figlio, somme che servivano per la gestione della madre. Ci sono soldi spesi in ristoranti, alberghi, anche in Svizzera, solo una piccola parte del denaro era stata destinata alle spese in farmacia o nei supermercati». Su richiesta del pm, il 21 maggio saranno sentiti il fratello di Dotti e una psichiatra del Cps. Quest’ultima nella sua relazione riferì di un incontro in cui Dotti le disse di aver prelevato dal conto della madre «un cifra non riconducibili alle necessità dell’amministrata». Circostanza confermata dallo stesso Dotti. Le carte: «Ho usato 3mila euro per frequentare, a cavallo fra il 2017 e il 2018, i corsi di medicina integrata tenuti a Rimini da Leonardo Paoluzzi, corsi attraverso i quali ho acquisito conoscenze mediche che ho poi positivamente messo a frutto per migliorare in modo sensibile la condizione clinica di mia madre».
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