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Omicidio Tanzi, la Cassazione: "Ha agito per gelosia e vendetta"

Le motivazioni sulla conferma della sentenza di ergastolo

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

27 Febbraio 2024 - 18:41

La Cassazione: "Ha agito per gelosia e vendetta"

Daniele Tanzi e l'omicida Patrick Mallardo

CASALMAGGIORE - Gelosia e vendetta. C’è questo, secondo la motivazione - appena pubblicata - della sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato l’ergastolo per Patrick Mallardo, autore dell’uccisione di Daniele Tanzi, 18 anni, con trentatré coltellate, in un gesto di estrema violenza.

La tragedia si è consumata nella notte tra il 4 e 5 maggio 2021 in una ex fabbrica a Vicofertile, dove Mallardo, non accettando la fine della relazione con Maria Teresa Dromì e la sua vicinanza al rivale, ha deciso di agire. La motivazione sottolinea la premeditazione e il rifiuto dell'imputato di accettare l'autonomia e le scelte di Maria Teresa, considerandola come un possesso personale. Nonostante la richiesta di perizia psichiatrica da parte della difesa, i giudici hanno stabilito che Mallardo aveva piena capacità di intendere e volere, come dimostrato dalla lucidità del suo comportamento prima e dopo il delitto.

La sentenza ha anche evidenziato che l'uso di droghe leggere non ha influenzato la sua capacità di agire con consapevolezza. Mallardo, consapevole e motivato dalla gelosia, ha pianificato l'omicidio con cura, arrivando a cambiarsi d'abiti e a disfarsi delle prove dopo il fatto. L'omicidio è stato classificato come aggravato dai futili motivi, con l'aggravante che prevede automaticamente l'ergastolo. Non sono state riconosciute attenuanti a Mallardo, nonostante la sua giovane età e la mancanza di precedenti penali, a causa della sua condotta post-delitto, inclusa la minaccia a Maria Teresa e le menzogne durante il processo.

Il comportamento di Mallardo dopo l'omicidio, tentando di deviare le accuse e di manipolare la narrazione dei fatti, ha confermato la sua totale mancanza di compassione per le vittime e la gravità del suo dolo, evidenziato dalla brutalità dell'attacco. Questi elementi hanno portato i giudici a confermare la condanna all'ergastolo, chiudendo ogni possibilità di attenuanti per l'imputato.

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