L'ANALISI
18 Febbraio 2024 - 05:15
GABBIONETA BINANUOVA - È un amore che va oltre il tempo, al di là del dolore quello tra Angelo e Cesarina. Una storia toccante, durata quasi cinquant’anni, un amore intenso ed emozionante che vive ancora nonostante Cesarina, per tutti Ceci, non ci sia più. È lo stesso Angelo Zani ad aprire le porte della sua casa di Binanuova e a raccontare quanto speciale fosse l’adorata moglie.
«Mi sono innamorato di lei la prima volta che l’ho vista – ricorda Angelo – un vero e proprio colpo di fulmine. Da quel momento non ci siamo più lasciati, anche se all’inizio i miei genitori non volevano che la sposassi».
Si conoscono poco più che ventenni: lui classe 1943, lei un anno in più. Si incrociano casualmente per le strade di Persico Dosimo, dove vive Angelo, mentre lei va a trovare la cugina parrucchiera.
«Stavo passeggiando e l’ho incrociata per caso. Lei era proprio bella e ho fatto di tutto per conoscerla. Abbiamo cominciato a frequentarci e ci siamo fidanzati, nonostante i miei genitori non fossero molto d’accordo. La Ceci aveva un problema al cuore piuttosto serio, probabilmente non avrebbe potuto portare avanti una gravidanza. Era un guaio, ma non per me, io volevo comunque stare con lei».
Sette anni di fidanzamento, un’operazione non risolutiva al cuore al Niguarda nel 1971, poi il matrimonio il 5 giugno 1972. «Una giornata bellissima, lei era radiosa e felice e io anche. Avevamo superato quel brutto periodo, settimane intense perché in seguito all’intervento la Ceci aveva avuto un ictus e aveva dovuto fare una lunga fase di riabilitazione. Aveva deciso di farne anche una parte al mare perché diceva sempre che ‘davanti al mare tutto è più facile’. Era solare, forte, brillante, ma d’altronde chi ha a che fare con le malattie ha una marcia in più. E il suo sorriso, la sua voglia di vivere erano contagiose. Anche per uno molto rigoroso come me».
Uno che aveva vissuto e lavorato in Germania fino a poco prima di conoscere Cesarina. «Un giorno a scuola era arrivato un uomo tedesco che cercava studenti che potessero fare esperienza nella sua ditta in Germania: mi sono offerto e sono stato a Herzogenaurach per qualche tempo. Poi però la nostalgia di casa era tanta e sono rientrato in Italia. Meno male, perché di lì a poco avrei conosciuto mia moglie».
Una moglie che ha riempito la vita di Angelo con buonumore, allegria, balli improvvisati nella cucina mentre aspettava di sfornare una torta e quella leggerezza di chi prende il bello della vita giorno dopo giorno. «Abbiamo vissuto i primi 25 anni di matrimonio a Borgo Loreto, poi ci siamo trasferiti qui a Binanuova. Siamo stati bene, abbiamo fatto tante cose insieme, ci siamo amati tanto. La nostra vita era semplice, ma piena. E finché abbiamo potuto ce la siamo goduta».
Nel 2012 Angelo è andato in pensione, ha lavorato prima alla Tecnostampi, poi alla Soteco. «La malattia è poi peggiorata, la Ceci è stata ricoverata per molto tempo al San Raffaele, ma alla fine non c’è stato nulla da fare. Se n’è andata il 21 febbraio 2015».
Un duro colpo per Angelo che però ha continuato a far rivivere la moglie, ed il suo amore per lei, attraverso ricordi, fotografie e circondandosi delle cose che piacevano a Cesarina. Per il 21, mercoledì, ha preso anche una pagina del giornale La Provincia, per dedicarla alla sua Ceci. «Amava i fiori e le farfalle — conclude Angelo —, il colore fucsia e i suoi adorati ricami. Ogni angolo di questa casa parla di lei e mi fa compagnia. Perché quello che mi ha lasciato mi sostiene e mi accompagna ogni singolo giorno».
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