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LE STORIE DI GIGIO

Addio alla libreria Spotti, chiude a marzo dopo 55 anni

Ivana, vedova di Ettore, racconta mezzo secolo di storia prima in corso Vacchelli e poi in corso Matteotti

Gilberto Bazoli

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redazione@laprovinciacr.it

05 Febbraio 2024 - 05:25

Spotti

Ettore e Ivana Spotti

CREMONA - Tra un volume sulla matematica stellare, un’antologia delle migliori fotografie di Ernesto Fazioli e una raccolta di ricette dello chef famoso spunta una scritta nera su sfondo giallo: ‘Indipendenti da 50 anni’. «Per la precisione, sono 55», puntualizza con orgoglio Ivana Spotti, 75 anni, titolare dell’omonimo negozio di corso Matteotti, vedova di Ettore, leggendaria figura di libraio vecchio stampo dallo stile inconfondibile. La moglie ha resistito per quattro anni senza di lui, il gentiluomo della pagina scritta che sapeva ascoltare, consigliare, regalare aneddoti e ricordi. Quasi un’impresa eroica, quella di Ivana, che combattendo da sola è riuscita a resistere alla concorrenza del commercio on line. Ma si avvicina l’ora di ritirarsi. «Ho venduto il negozio, agli inizi di marzo arriverà un’attività commerciale».

Ivana Spotti


La coppia, molto conosciuta in città, aveva aperto la sua prima libreria nel 1986, in corso Vacchelli. Poi, nel 2000, lo spostamento nell’attuale sede, dove c’era un colorificio. Ma Ettore, diploma di geometra, aveva cominciato ben prima. «Lavorava in un studio di ingegneria ma se n’era andato dopo mezza giornata perché stare dietro una scrivania era una cosa insopportabile». E così si era trasformato in agente della Rizzoli, macinando chilometri e aggrappandosi ai citofoni per proporre le enciclopedie da acquistare a rate. Gli uffici erano in piazza Vida. «Ha fatto quel mestiere per 5 anni. Dopo abbiamo deciso di aprire una nostra libreria perché ci legava la stessa passione».

Mezzo secolo passato fianco a fianco a dispensare suggerimenti a generazioni di lettori cremonesi. Poi, però, tutto sembrava essersi fermato. «Quel 9 marzo 2020 non potrò mai dimenticarlo: Ettore è uscito di casa sulle sue gambe ed è stato portato in ospedale. Era la prima ondata della pandemia. Da quell’istante non l’ho più visto né sentito». Pochi giorni dopo, il 21 marzo, è stato stroncato dal Covid. «Il 7 settembre seguente avremmo celebrato 51 anni di matrimonio, per i 50 abbiamo fatto una grande festa. Abbiamo vissuto esclusivamente in mezzo ai libri. Si tornava a casa e si parlava di romanzieri o pittori, poeti e saggisti. All’inizio volevo chiudere, non riuscivo a immaginare me e questo luogo senza di lui». Invece, sinora, ce l’ha fatta ed è diventata lei la signora della parola stampata. «Mi sono rimboccata le maniche e sono andata avanti. Con il dolore e il ricordo».

La lapide dello storico libraio


Ogni mattina, nessuna esclusa, questa piccola donna coraggiosa si reca al cimitero dove, con un libro e accanto ai resti di Nicola, il figlio deceduto dopo due giorni dalla nascita, sono state tumulate le ceneri del marito. Il disegno di un libro compare anche sulla lapide. «Parliamo tanto insieme, penso che mi ascolti. Credo sia stato lui a darmi la forza per non mollare, mi ha fatto capire di essermi vicino». Poi si avvia verso il negozio e alza le serrande. Con il momento di voltare pagina, è arrivato anche il tempo dei bilanci. «Sto ricevendo tante soddisfazioni. Ci sono mamme e padri che acquistano libri per i loro figli e che venivano qui quand’erano bambine e bambini».

Un passaggio di testimone confermato da quella signora appena entrata: «Cerco qualcosa di adatto per la mia nipotina di 6 anni che sta cominciando a leggere». Invece un’altra cliente è venuta per se stessa: «Avrebbe un testo cucina per migliorare i miei piatti?» La titolare sparisce e ricompare poco dopo sventolando l’oggetto della ricerca. «Trovato! Sto vedendo anche molti giovani interessati all’arte. Uno di loro ha acquistato un pacco di volumi con le paghette messe da parte. La concorrenza di Amazon? Non me ne sono mai lamentata, anche se c’è stato un calo, ma non più di tanto perché la mia è una clientela fedele, affezionata».

Ivana con lo scrittore Valerio Varesi


È stato Ettore Spotti l’inventore della Fiera del libro. «Ci ha offerto l'occasione di conoscere da vicino tantissimi autori ospiti della kermesse. Come Valerio Massimo Manfredi. O Dacia Maraini e la sua delicatezza; Paolo Roversi, che non mancava mai: Valerio Varesi, con i suoi gialli tutti ambientati nelle nostre nebbie; Andrea Vitali, che era di casa: l’ultimo incontro con lui l’abbiamo fatto tra queste mura un mese prima che Ettore ci lasciasse». C’è un altro nome impresso nella sua memoria, quello di Luca Goldoni. «Alloggiava al Continental ed è passato di qui. L’ho riconosciuto al volo e gli ho chiesto un autografo, ma ha voluto che fossi io a farlo a lui».


Il locale era diviso in due scomparti: quello sul retro, riservato ai titoli anche didattici per i bambini e alle favole, un tempo regno di Ivana, è murato da qualche mese e trasformato in garage: è rimasta la parte all'ingresso, dove, alle spalle e intorno alla cassa, spiccano i Meridiani, i classici rilegati, «il nostro cavallo di battaglia», e centinaia di volumi, comprese alcune rarità, sui grandi pittori, come Romanino o Michelangelo. Stanno sopravvivendo anche gli scaffali, un’altra caratteristica del negozio, dedicati interamente alla storia locale (le vie, le tradizioni, i modi di dire) «Sto svendendo molti libri a prezzi d’occasione. Alcuni li ho dati alla biblioteca di Faenza, quando venne colpita dall’alluvione». E quelli che rimarranno? «Donerò anche quelli. Non ho ancora scelto il destinatario, ma ho già deciso che lo farò a nome di Ettore. Abbiamo creato insieme questo luogo, sarò io a chiuderlo. Mi spiace, ma il tempo passa anche per me». Squilla il cellulare. Sullo schermo compare un’immagine sorridente del marito. «Non credo che da dov’è ora mi sgriderà».

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