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Sono soli quasi 3 cremaschi ogni 5: divorzi triplicati in vent’anni

Anche i matrimoni in picchiata dal 2003, ma i coniugi vivono più a lungo: l’8,4% dei residenti è vedovo

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

18 Febbraio 2024 - 05:10

Sono soli quasi 3 cremaschi ogni 5: divorzi triplicati in vent’anni

CREMA - Sempre più persone vivono da sole in città e se i più giovani lo fanno spesso per scelta, per gli anziani sono situazioni contingenti che portano con sé conseguenze di tipo sociale e sanitario, che richiedono l’intervento in primis delle istituzioni e in seconda battuta di realtà di volontariato come l’Auser, guidata dalla presidente Donata Bertoletti. I dati Istat sullo stato civile della popolazione parlano chiaro.

In 20 anni, dal 2003 al dicembre scorso, i single — comprendo sotto la voce celibi, nubili, vedovi e divorziati — sono passati da 16.757, pari al 50,7% della popolazione residente, a 18.982. Il che significa il 56% dei 33.909 abitanti. Un incremento di oltre 2.000 unità, dovuto anche all’aumento dei divorziati. Dai 589 del 2003, sono saliti ai 1.445 degli ultimi 12 mesi. Un aumento di 856 unità, che corrisponde al 68%. Le statistiche non tengono ovviamente conto delle convivenze di fatto, quelle insomma che non sono registrate tramite atti ufficiali, ma pur considerando il fenomeno, l’aumento di chi vive solo è stato sensibile. Le fasce di età dove più alto è il numero sono ovviamente quelle della terza età. Innanzitutto, per ragioni anagrafiche, legate dunque ai decessi: vedovi o vedove sono l’8,4% dei cremaschi, specialmente dopo i 75 anni. Ma anche se la flessione dei lutti è marcata.

dati

Incide ovviamente anche l’incremento dei divorzi. Prendendo ad esempio la fascia dai 75 ai 79 anni, nel 2003 c’erano 11 divorziati. Vent’anni dopo sono 63, mentre se ne contano 41 nella fascia successiva, tra gli 80 e gli 84 anni. Nel 2003 erano solo tre. Una generazione dopo, insomma, la geografia della popolazione cremasca è mutata. È quasi un’ovvietà, ma non ci sono casi di divorziati e vedovi tra gli under 25, mentre sono cinque coloro che hanno meno di 30 anni che hanno scelto di sciogliere il legame coniugale. Si sale a 14 nel range sino ai 34 anni, fascia dove si registrano i primi casi di vedovanza, tre in totale.

Lasciando perdere i dati relativi ai più giovani, per i quali è ancora prematuro pensare al matrimonio, il numero più alto dei celibi si registra tra i 25 e i 29 anni, con 1.431 persone su 1.559 residenti. In pratica uno su dieci (91,7%). Un segno evidente di come ormai la scelta di sposarsi, sia civilmente, sia con rito religioso, venga sempre più spesso rinviata a dopo i 30 anni. Le ragioni possono essere molteplici, senz’altro incide non poco l’attesa della stabilità economica.

Il numero dei celibi e nubili, a fine 2023, diminuisce a 1.268 nella fascia successiva, fino ai 34 anni, il che significa il 71% dei 1.784 cremaschi di quell’età. Tra i 35 e i 39 anni si scende sotto quota mille: 986 su 1.913, pari al 51%. Restando sempre alle statistiche relative all’annata appena conclusa, il numero maggiore di divorziati si conta tra coloro che hanno tra i 55 e i 59 anni, pari a 261 persone su un totale di 2.767 residenti. Significa quasi il 10% dei cremaschi. Lievemente inferiore il dato nella fascia di età 50-54, con 231 su 2.670 iscritti all’anagrafe.

«IN 450 CHIEDONO AIUTO»

Donata Bertoletti, presidente provinciale dell’Auser e portavoce del Terzo settore, sottolinea come l’incremento della popolazione anziana e con essa di chi vive da solo, per scelta o per la scomparsa del convivente, richieda sempre un maggior impegno da parte dei volontari. I numeri di Crema relativi al 2023 lo testimoniano: 450 persone seguite per il servizio trasporto verso i luoghi di cura, con almeno 4.500 viaggi. Merito di 25 volontari attivi ogni giorno.

«Per quanto ci riguarda, la richiesta di servizi da parte di anziani e fragili è decisamente aumentata — esordisce la presidente —: sono persone che non saprebbero come fare per fronteggiare le necessità di cura. Sono soli, o hanno familiari in età lavorativa, che non hanno la possibilità di staccarsi quotidianamente per poterli accompagnare nell’accesso ai servizi socio sanitari. Come sappiamo l’età media della popolazione è in aumento e questo è positivo, ma con essa c’è un incremento anche della cronicità».

Inutile sottolineare quanto l’Auser abbia bisogno di forze fresche. «Siamo continuamente in cerca di volontari, che possano rispondere a queste continue richieste. Negli ultimi quattro anni siamo passati da due a quattro auto a disposizione, che viaggiano ogni giorno in città. A breve aggiungeremo la quinta. Nel territorio accade la stessa cosa. Nel Cremasco abbiamo 26 sedi Auser, 24 delle quali fanno il servizio di trasporto anche per la spesa, i farmaci e si occupano della consegna pasti a casa, per chi fatica a muoversi. L’assistenza sanitaria è ovviamente compito delle istituzioni, ma noi garantiamo una prossimità. Questo aiuta le persone a mantenersi al loro domicilio, evitando di affollare le già stracolme liste d’attesa delle residenze sanitarie assistenziali. Il nostro rimane un intervento sociale, che comprende anche la classica telefonata quotidiana del volontario, che va a compendio del supporto sanitario».

E se a Crema sono 25 i volontari, nel Cremasco quasi 450, più quelli occasionali. «Solo in città vengono seguite 450 persone — conclude Bertoletti — e con noi ci sono tante altre realtà del Terzo settore. Comprendono imprese sociali come le cooperative, che hanno personale qualificato per fare attività anche sanitaria, e un volontariato che agisce nel silenzio quotidiano, sempre presente: un lavoro insostituibile».

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