L'ANALISI
18 Gennaio 2024 - 11:10
CREMA - Se il nuovo anno si è aperto tra i vagiti, con tre parti nella sola notte di San Silvestro; il vecchio si è chiuso con i capelli bianchi, almeno in città. Dove l’età media, ormai, si è attestata a quota 47,9. Insomma, a un soffio dalla cinquantina, con buona pace dei decimali. Il dato statistico può anche colpire fino a un certo punto. Ma qualche riflessione in più la innesca, se si considera che, nel 2002, la media aritmetica era di 44 primavere nette. Va da sé come la denatalità pesi sull’invecchiamento galoppante dei cremaschi: 620 parti negli ultimi dodici mesi, al Maggiore, contro i 672 del 2022.
E poco rincuora constatare che la flessione sia inferiore al 10%, registrato a livello nazionale nello stesso periodo. Tanto che, anche al palazzo comunale, il domani viene sempre più pianificato nell’ottica della terza età. Ovviamente, sul versante dei servizi da mettere in cantiere, a medio termine. «L’invecchiamento della popolazione è un fatto strutturale di questa nazione e dell’intero Occidente», si affretta a gettar acqua sul fuoco il sindaco, Fabio Bergamaschi, che di anni ne compirà 39 ad aprile.
«Tutte le articolazioni dello Stato devono interpellarsi sulle future necessità e sulla rimodulazione dei servizi — aggiunge dopo un istante —: gli enti locali non possono sottrarsi, come istituzioni più prossime al cittadino». Ma come declinare la dichiarazione d’intenti? «Dobbiamo farlo in una duplice prospettiva: da un lato, contrastando lo scenario attuale, con politiche che incentivino la natalità e la genitorialità. A Crema, ad esempio, è stata ampliata la capienza degli asili comunali, con l’apertura di una nuova sezione per i più piccoli e si stanno immaginando e realizzando altre iniziative in questa direzione. Come il nuovo nido e l’apertura dei baby pit-stop».

Corretto, ma al di là del tentativo di invertire la rotta dell’inverno demografico, resta da pensare a chi gli acciacchi del tempo li ha già nelle ossa. «Parallelamente — analizza — c’è la necessità di strutturare servizi sempre più attenti alla terza età. Soprattutto rivolti a fare in modo, che il ricovero in Rsa (residenze sanitarie assistenziali Ndr) sia confinato alle situazioni di reale bisogno sanitario». Ma come? «Andando ad ampliare l’offerta dei servizi abitativi per le persone anziane non autosufficienti. Con l’obiettivo — svela le carte — di promuovere l’autonomia».
Parole, quelle del leader di giunta, che richiamano il concetto di «servizi socio-sanitari e assistenziali integrati», cavallo di battaglia delle conferenze stampa degli ultimi tempi e non solo di quelle convocate in municipio. «Immagino che, in tal senso, l’ambito degli Stalloni, se si riuscirà a ottenerne una valorizzazione con la Regione, potrà essere destinato a queste forme di residenzialità protetta, nella logica di garantire, appunto, soluzioni abitative in un contesto di pregio, nel cuore del centro». Leggasi: il tempo non si può fermare; ma la qualità di come lo si trascorra, quella si può migliorare.
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