L'ANALISI
10 Febbraio 2024 - 19:54
LODI - Monsignor Giovanni Cesare Pagazzi, nato a Crema 58 anni fa, è diventato vescovo: la consacrazione, oggi nella cattedrale di Lodi, premia 34 anni di intensa missione religiosa. La Diocesi di Crema e quella di Lodi sono colme di gioia: alle 17.30 in punto Pagazzi è stato festeggiato con un lungo applauso, subito dopo aver ricevuto la consacrazione episcopale da parte del cardinale Josè Tolentino de Mendonca, prefetto del Dicastero per la Cultura, per il quale monsignor Pagazzi è il segretario.
In una cattedrale stipata - in prima fila il fratello Stefano e i familiari -, con il parroco di Bagnolo Cremasco, don Mario Pavesi nella navata centrale, dopo una celebrazione durata due ore e mezza, Pagazzi ha assunto a tutti gli effetti il nuovo ministero di arcivescovo di Belcastro, anche se di fatto resterà a svolgere compiti nella curia romana. Con il cardinale portoghese ha concelebrato il vescovo della Diocesi in riva all’Adda, monsignor Maurizio Malvestiti. Sull’altare hanno partecipato anche i vescovi Antonio Napolioni di Cremona e Daniele Gianotti di Crema, il vescovo emerito di Lodi Giuseppe Merisi e il vescovo di Senigallia, il cremasco Franco Manenti.
Il cardinale si è rivolto con queste parole al don, per metà cremasco e per metà lodigiano: «Ricevi la mistica dell’unzione, l’anello segno di fedeltà e integrità nella fede, la mitra, che risplenda in te il fulgore della santità, il pastorale, segno del mistero di pastore del tuo gregge». Una volta completato il cerimoniale, monsignor Pagazzi, visibilmente emozionato, ha raggiunto il centro dell’altare. E nella cattedrale è scoppiato un applauso caloroso, durato quasi due minuti. Prima del congedo, monsignor Pagazzi ha preso la parola per i ringraziamenti, rivolti anzitutto all’amico cardinale portoghese, al fratello e «ai genitori in Paradiso, che mi hanno cresciuto nella carne e nella fede»; quindi è stata la volta del saluto ai parenti e agli amici di Gradella di Pandino. Alle 18.25 è scesa la benedizione finale, prima della tradizionale foto di gruppo di tutti i vescovi partecipanti. Un lungo applauso, l’ennesimo della speciale giornata, ha scandito l’ultima emozione.
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