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VIABILITA' URBANA IN PROVINCIA

La Zona 30 è promossa: «Ma va fatta rispettare»

Pasquali: «Fondamentale per la sicurezza». La Fiab vuole entri in vigore ovunque. Crema valuta l'ipotesi di ampliare la limitazione. Riparato il danno di Fleximan

La Provincia Redazione

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27 Gennaio 2024 - 05:30

La Zona 30 è promossa: «Ma va fatta rispettare»

di Elisa Calamari e Massimo Schettino

CREMONA - Da giorni, non solo a Bologna, si parla di Zona 30: limite eccessivo o necessario? A Cremona, dove in realtà le strade a maggiore tutela di pedoni e ciclisti ci sono da diversi anni, l’assessore Simona Pasquali non ha dubbi: «Tutto il centro storico è Zona 30 e lo sono anche alcuni quartieri residenziali: Po, Castello, Maristella, Incrociatello. Io penso che, in città, per essere più sicuri sia necessario rallentare la velocità dei mezzi. Lo chiedono i cittadini e lo dicono le statistiche, perché se un pedone viene investito a 30 chilometri orari ha nove probabilità su dieci di sopravvivere. A 50 km/h scendono drasticamente». Per Pasquali, quindi, le Zone 30 significano sicurezza per tutti.

Ma come fare, davvero, rallentare i veicoli, in assenza di autovelox fissi? «L’automobilista deve avere la percezione della necessità di andare piano - continua Pasquali - e quindi servono interventi infrastrutturali, che abbiamo avviato e che piano piano porteremo avanti in base ai finanziamenti a disposizione. Penso ad esempio alle ciclabili colorate, ma anche ai restringimenti di carreggiata e ai dossi per rallentare, sul modello francese». E poi le isole salvapedone e gli incroci rialzati, previsti anche nel progetto di riqualificazione previsto in via Giordano.

cinque

Pasquali, Bertoletti, Zagni, Malvezzi, Sommi

Secondo Piercarlo Bertolotti, presidente Fiab Cremona, in città le condizioni di vivibilità sono migliorate «ma resta il problema del caos traffico e dell’inquinamento». Per farvi fronte ben vengano le Zone 30, ma secondo Bertolotti siamo ben lontani da un altro concetto: quello di Città 30. «Partiamo dal presupposto che il limite è giusto, però andrebbe fatto rispettare con adeguati controlli - spiega -. Il punto è che l’intero centro urbano dovrebbe essere ai 30 chilometri orari. Questa è la Città 30, anche oggetto di un disegno di legge presentato in Parlamento. Per farlo, però, servono modifiche strutturali sul modello di altri Stati europei. In Austria, ad esempio, il concetto è in vigore da quarant’anni. L’obiettivo deve essere ridurre il sovraffollamento di mezzi e l’inquinamento. Per farlo serve mettere mano anche alla ztl, ai parcheggi che vanno allontanati dal centro storico, alla mentalità attraverso interventi educativi. Le persone devono assimilare una cosa: i tragitti attorno ai 5 chilometri non devono essere percorsi in auto. E per incentivare l’uso delle bici è fondamentale anche intervenire sulla sicurezza dei percorsi, o pensare a rastrelliere anti ladro. Insomma, non servono grandi cose e si può partire dalle zone centrali e da quelle con le scuole. La città è delle persone, non delle auto».

Dall’opposizione non arriva un no alla Zona 30 ma, anzi, un apprezzamento, se pure condizionato e non privo di critiche. Per Alessandro Zagni, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale, il limite di velocità a 30 chilometri all’ora «è inefficace se generalizzato su tutte le strade comunali. Se invece è contestualizzato alle aree più pedonalizzate e dove, magari, ci sono delle scuole, allora è un elemento di sicurezza. Ma perché sia efficace realmente non basta un cartello, occorre che la strada sia strutturata in modo da rallentare le auto».

Sulla stessa linea è Carlo Malvezzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio, che aggiunge un elemento: «Occorre differenziare fra le strade di quartiere e quelle di collegamento o di attraversamento. In queste, e penso ad esempio a via Giordano, viale Po, via Giuseppina, via Brescia, via Dante, via Mantova, via Milano, si deve permettere lo spostamento delle persone all’interno del limite dei 50 all’ora. Questa distinzione permette anche di pensare a strade realizzate in maniera diversa per le Zone 30, con carreggiate più strette, arredi urbani, isole e spazi per i dehors. A Bologna è stata presa una decisione ideologica che non tiene conto della vita delle persone». Ma quindi è promossa la scelta di Cremona? «No, non è sufficiente mettere un cartello: per creare una Zona 30 occorre prevedere una vera riqualificazione urbana. Cavarsela con un cartello è solo un’operazione ideologica».

Infine Simona Sommi (Lega), osserva: «Se è centrale il tema della sicurezza stradale, lo è altrettanto quello del buonsenso, scevro da tentazioni ideologiche. La direttiva del Ministero dei Trasporti va in questa direzione, anche attraverso il dialogo in corso con Anci al fine di trovare una condivisione nell’interpretazione della norma da parte degli enti locali che la applicano. Per quanto riguarda Cremona, si rileva come i cremonesi si dimostrino sostanzialmente rispettosi. Eventualmente, se vogliamo parlare di sicurezza, dovremmo porre il focus sui nodi irrisolti della viabilità: via Dante da riordinare, la rotonda dell’Ipercoop e quella di via Giordano, la situazione del manto stradale a Cremona, i monopattini e le piste ciclabili che sono poco sicure. L’affermazione che il restringimento della carreggiata a favore delle ciclabili fa sì che gli automobilisti riducano automaticamente la velocità appare come una scusa per giustificare le ciclabili in città, spesso realizzate con una semplice riga orizzontale. Per questo, è bene ribadire come spesso la visione di sicurezza dell’attuale Amministrazione evidenzi incongruenze palesi». 

CREMA VALUTA L'IPOTESI

di Stefano Sagrestano

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Franco Bordo

In città, entro il perimetro della ztl, non si possono superare i 30 chilometri orari. Ci sono poi altri punti sensibili, dalle aree davanti alle scuole, al piazzale dell’ospedale, dove vige lo stesso limite di velocità. Ciò non toglie che l’amministrazione Bergamaschi, e in particolare l’assessore alla Mobilità e Ambiente Franco Bordo, stia studiando opzioni e opportunità su come allargare questa limitazione alla velocità all’intero tessuto urbano, partendo magari dal comprendere nella Zona 30 l’area che un tempo era delimitata dalle mura. «Mi sono recentemente interessato a questa opzione – sottolinea Bordo – incontrando a Lodi l’assessore all’Ambiente e Mobilità della città rivierasca Stefano Caserini. Lì stanno già perseguendo l’obiettivo di trasformare la città nella sua interezza in zona con limite di velocità a 30 chilometri orari e credo che nell’arco di quest’anno riusciranno a concretizzarlo, salvo qualche eccezione sulle strade a maggior scorrimento di traffico. Per quanto riguarda noi siamo alla fase di studio, direi embrionale. Ho avuto mandato dal sindaco per indagare questa opportunità che sappiamo bene essere molto caldeggiata da vari addetti ai lavori, a cominciare dal vicequestore e comandante provinciale della polizia stradale Federica Deledda. Per questo ho preso contatti con Lodi in quanto città di dimensioni abbastanza simili alla nostra e con un centro storico e un’immediata periferia che somigliano a Crema».

Certo non basterà posizionare cartelli con limiti di velocità a trenta chilometri orari. «Non è più attuale l’opzione di modificare la viabilità con cordoli e altri ostacoli artificiali per limitare l’andatura dei veicoli, che già di per sé viene rallentata dalla conformazione delle vie del nostro centro storico – conclude Bordo – non si finirebbe mai di dover aggiustare la viabilità. Quello che deve cambiare in realtà è l’educazione alla convivenza in strada tra automobilisti, ciclisti e pedoni. Chiaro che il limite di velocità sia la base su cui lavorare».

Il principale vantaggio della Zona 30 è la drastica riduzione degli incidenti stradali e della loro gravità. Questo non solo protegge i conducenti, ma anche i pedoni e i ciclisti. C’è poi la diminuzione delle emissioni inquinanti, migliorando la qualità dell’aria nelle città. Altrettanto importante è la riduzione del rumore, risultati già raggiunti grazie alle Zone 30 in diverse aree urbane. Un vantaggio per la salute mentale e il benessere dei residenti, in definitiva per la qualità della vita. Con questa soluzione, inoltre, si crea un ambiente più accogliente per i pedoni e i ciclisti. Riducendo la velocità del traffico, si promuove l’uso di mezzi di trasporto più sostenibili e si incentiva la popolazione a preferire mezzi di locomozione alternativi all’auto. La conseguenza sono gli spazi urbani più vivibili. Strade più sicure e tranquille incoraggiano la vita di quartiere, permettendo ai residenti di socializzare e godere degli spazi pubblici in modo più rilassato. La promozione di uno stile di vita attivo e sostenibile è essenziale per la creazione di comunità resilienti e orientate al benessere.

RIPARATO IL DANNO DI FLEXIMAN

di Pierluigi Cremona

L’autovelox sulla strada 343 Asolana nel territorio di Martignana di Po – vandalizzato nella notte tra il 12 e il 13 gennaio con un taglio di flessibile alla base del palo di sostegno – è stato riparato ed entrerà nuovamente in funzione nei prossimi giorni. Nel frattempo gli altri quattro presenti nel territorio Casalasco funzionano a pieno regime: a Piadena Drizzona – bidirezionale – sulla 343 all’altezza dell’incrocio con Voltido, poi sempre in territorio di Piadena Drizzona all’altezza dell’incrocio con Pontirolo, proseguendo sulla statale 10 in direzione Cremona si trova quello di San Lorenzo Picenardi, frazione di Torre – che controlla i mezzi provenienti da Mantova – ed infine abbiamo quello di Pessina Cremonese, con analisi dei limiti bidirezionale.

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Il comandante Armando Aversa

Grazie ai dati forniti dal comandante della Polizia locale dell’AC12 Armando Aversa, si nota come le sanzioni per violazioni del codice della strada sono diminuite: «Sicuramente una notizia positiva il calo delle multe - spiega il comandante -, perché significa che gli automobilisti hanno imparato a rispettare il codice della strada e i limiti di velocità».

Per tutte le strade in questione il limite di velocità è di 90 chilometri orari, con una tolleranza di cinque, quindi la multa scatta dai 96 chilometri all’ora. Nel 2023 sono state elevate 8.571 sanzioni, con la parte del leone per l’autovelox di Pessina che ha ‘pizzicato’ 4.149 automobilisti; a seguire i due posizionati a Piadena Drizzona con 3.059 multe ed infine quello sul territorio comunale di Torre de’ Picenardi con 1.363 multe. Osservando i dati del 2022 si nota come le multe siano 1.034 in meno. Quello di Pessina aveva sanzionato 4.535 volte, i due di Piadena 3.547 automobilisti ed infine quello di Torre aveva multato 1.523 passaggi oltre il limite.

Nel 2022 gli accertamenti erano stati di 910mila e 37 euro, di cui riscossi al momento 613mila e 366, mentre nel 2023 la cifra accertata è stata di 793mila e 731 euro e quella riscossa 451mila e 291 euro. Gli introiti non vengono più divisi a metà con la Provincia, da quando l’Anas è diventata titolare dell’Asolana e della Padana Inferiore.

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Commenti all'articolo

  • fatacco_cr

    27 Gennaio 2024 - 18:43

    Il limite 30 va bene nel centro storico ma va osservato, inutile che i cittadini dicano che sono favorevoli se poi come nel caso di Corso Garibaldi sfrecciano a più di 50 all'ora. Siamo d'accordo che i ciclisti meritano attenzione ma anche loro devono metterla, non andare contromano, ignorare i semafori, sfrecciare sui marciapiedi con rischi per i pedoni! I vigili cominciassero a sanzionarli!

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