L'ANALISI
24 Gennaio 2024 - 19:25
Il ministro Nordio e il presidente Fontana
CREMONA - Dall’ultimo appello lanciato il 12 gennaio scorso dal presidente del Tribunale, Anna di Martino, sulla grave carenza di personale amministrativo, qualcosa si muove. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio - atteso sabato prossimo alla cerimonia d’ inaugurazione dell’Anno giudiziario a Brescia, e il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, hanno siglato un protocollo d’intesa in base al quale alcuni dipendenti regionali saranno reclutati per lavorare negli uffici giudiziari lombardi in affanno. L’aiuto durerà un anno.
Una «bella notizia» per il presidente dell’Ordine degli avvocati, Alessio Romanelli, perché «significa che qualcosa si sta muovendo. È, però, solo un inizio. Non ci si può illudere che da solo questo accordo sia sufficiente».
Le Corti di appello e le Procure generali di Milano e Brescia raccoglieranno le esigenze di tutti gli uffici giudiziari lombardi, mentre Regione Lombardia si occuperà di reclutare, appunto, il personale con i requisiti professionali necessari e l’inquadramento richiesto.
Regione Lombardia provvederà all’assegnazione temporanea di proprio personale amministrativo, impiegato eventualmente anche a tempo parziale e selezionato con avviso interno, per contribuire alla riduzione dell’arretrato in materia civile e penale, in quanto obiettivi previsti dal Pnrr. Tra i compiti assegnati al personale regionale, anche l’accelerazione delle pratiche di volontaria giurisdizione e in tema di minori stranieri non accompagnati.
«Il ministero della Giustizia supporta gli sforzi degli uffici giudiziari impegnati nel raggiungimento degli obiettivi Pnrr per assicurare al Paese una risposta di giustizia più vicina alle esigenze di cittadini e imprese e favorire lo sviluppo economico del Paese - ha spiegato il ministro Nordio -. Anche con accordi come questo, in spirito di leale collaborazione tra istituzioni, si cerca di far fronte alle pesanti scoperture di organico di molti uffici giudiziari».
«Fare squadra tra istituzioni, dando vita a reti virtuose, è da sempre il metodo di lavoro di Regione Lombardia — ha sottolineato il governatore Fontana —. Anche in questo caso abbiamo voluto assicurare al ministro Nordio la nostra totale disponibilità a individuare, tra i nostri dipendenti, chi vorrà partecipare a un’esperienza lavorativa sicuramente diversa e stimolante, in grado di accrescere conoscenze e competenze che certamente saranno molto utili quando rientreranno in Regione».
Di sottolineatura in sottolineatura, il presidente Fontana ha precisato che «i costi del personale saranno interamente a carico della Regione e, dunque, il ministero della Giustizia non avrà alcun costo, ma solo benefici».
Tra le attività previste per i dipendenti regionali che daranno una mano all’amministrazione giudiziaria, c’è anche la gestione del front office della rete di sportelli di prossimità che gli Enti locali allestiranno per favorire e facilitare il dialogo con gli uffici giudiziari.
I nominativi delle «reclute» saranno comunicati da Regione Lombardia alle Corti d’appello e alle Procura generali, che provvederanno all’assegnazione con l’impegno di assicurare l’aggiornamento professionale «e i necessari contatti con le strutture ministeriali deputate alla formazione».
Sull’intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio, sabato prossimo a Brescia per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario, Paolo Carletti, presidente del Consiglio comunale, è intervenuto con una nota: «Ci auguriamo che i nostri rappresentanti in Parlamento abbiano attenzionato già da tempo il ministro sulle carenze insuperabili degli organici che riguardano il nostro Tribunale e la nostra casa circondariale e ci auguriamo altresì che si possa arrivare ad una soluzione che renda quantomeno accettabile, la disastrosa situazione dei due comparti provinciali direttamente afferenti il ministero della Giustizia».
Carletti dà ragione al presidente dell’Ordine degli Avvocati, Alessio Romanelli, «quando dice che, al di là della buona volontà e degli sforzi degli enti territoriali, il solo che può metter mano alla situazione in cui versiamo con effetti risolutivi, è il ministero di Giustizia». Poi ricorda che due sono i fronti aperti: «Casa circondariale e Tribunale, entrambi istituti che, per intendersi, non riguardano la sola città di Cremona, ma l’intera provincia». Carcere. «La presidenza del Consiglio comunale - prosegue Carletti — volle tenere un consiglio comunale in istituto per accendere i fari sulla situazione e il consiglio approvò un documento di impegni chiari tra i quali era prevista una interlocuzione con i rappresentanti del territorio in parlamento affinché interessassero il ministero».
«Dopo il grido d’allarme lanciato dal presidente del Tribunale - osserva Carletti - i rappresentanti della politica locale hanno ricevuto dalla stessa presidente la denunzia di una situazione insostenibile, situazione che può essere messa in sicurezza solo da un intervento ministeriale».
Il presidente del Consiglio comunale chiede «fortemente agli eletti in Parlamento nel nostro territorio, se sono state avviate interlocuzioni sulle carenze di personale cui soffrono la nostra casa circondariale ed il nostro Tribunale e quale sia la posizione del ministero».
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