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I CONTI IN TASCA

Famiglie più povere: persi 8 euro al giorno a causa dell’inflazione

Ma nel biennio è andata meglio rispetto alla media lombarda e nazionale

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

23 Gennaio 2024 - 05:30

Famiglie più povere: persi 8 euro al giorno  a causa dell’inflazione

CREMONA -  Negli ultimi due anni l’inflazione si è abbattuta sui conti correnti dei cremonesi con la forza di una tassa patrimoniale. Ma, stando all’ultimo report della Cgia di Mestre, nella nostra provincia le perdite economiche causate proprio dai rincari sarebbero state inferiori rispetto al resto della Lombardia: cremonesi dunque più lungimiranti e attenti al risparmio e alle spese? Difficile dirlo, ma di certo siamo al 62° posto nazionale per perdita del potere di acquisto, stimata in 888 milioni di euro. Significa che una famiglia media della nostra provincia, fra il 2022 e il 2023, ha perso 5.782 euro. Calcolatrice alla mano, ogni nucleo familiare cremonese ha ipoteticamente detto addio a 8 euro al giorno: una ‘tassa’ decisamente cara. E la somma, di conseguenza, non è stata reinvestita sul mercato.

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Il calcolo della Cgia parte dai depositi delle famiglie - a Cremona e provincia 7 miliardi e 343 milioni di euro al 31 dicembre 2021 - e tiene conto della variazione dell’indice generale dei prezzi per l’intera collettività che nel 2022 è stato pari all’8,1% e nel 2023 al 5,7%. Ne esce che la stragrande maggioranza dei cittadini avrebbe dunque subito effetti negativi dalla perdita di potere d’acquisto, indotta dal fortissimo aumento dei prezzi che complessivamente, nel biennio, è stato del +14,2%.

In altre province lombarde, però, la situazione è decisamente più critica: a Milano ogni famiglia media avrebbe perso 8.677 euro in due anni, a Lecco 7.979 euro, a Monza 7.531, a Sondrio 7.403, a Como 7.184, a Varese 7.111, a Brescia 6.955, a Mantova 6.536, a Bergamo 6.091, a Lodi 6.086. Una situazione migliore di Cremona, dunque, la troviamo solo a Pavia: lì ogni famiglia avrebbe perso potere d’acquisto per 5.779 euro.


Nell’ipotesi che le consistenze dei depositi bancari riferiti al 31 dicembre 2021 siano rimaste le stesse anche negli anni successivi, si presume che le famiglie italiane abbiano mediamente subito una ‘decurtazione’ dei propri risparmi pari a 6.257 euro, con punte di 9.220 euro in Trentino Alto Adige e di 7.432 euro in Lombardia. La perdita di potere d’acquisto più elevata si sarebbe registrata a Bolzano con un importo medio per deposito bancario pari a 10.444 euro.

«Nei giorni scorsi alcuni autorevoli esponenti del mondo universitario hanno chiesto l’introduzione di una patrimoniale da applicare agli immobili o alla ricchezza finanziaria degli italiani - concludono gli esperti della Cgia -, con l’obbiettivo di recuperare nuove risorse per fronteggiare con maggiore determinazione il cattivo stato di salute dei nostri conti pubblici. Ma alla luce di quanto riportato, l’Ufficio studi esprime parere negativo all’introduzione di questa misura, non fosse altro perché di tasse (incluse le patrimoniali) ne paghiamo già troppe». E ad esse, appunto, si somma una ‘patrimoniale’ aggiuntiva singolare, chiamata inflazione.

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