L'ANALISI
13 Gennaio 2024 - 09:39
CREMONA - Progetto Cardaminopsis ancora nel mirino: per Confesercenti rappresenta una «barriera» all’ingresso del centro storico e potrà avere impatti negativi sulla rete distributiva locale, sull’occupazione e sul traffico. Durissima la presa di posizione, che parte dalla recente sentenza del Consiglio di Stato relativa alla richiesta avanzata proprio dalla Cardaminopsis Srl, per l’apertura di una nuova grande struttura di vendita: esclusa l’incompatibilità dell’insediamento rispetto agli strumenti urbanistici adottati dal Comune di Cremona.
Dunque un via libera, che ha scatenato la reazione di Confesercenti, per bocca del direttore Giorgio Bonoli: «Riteniamo restino forti perplessità per quanto riguarda l’impatto sulla rete distributiva locale. Abbiamo perciò ritenuto necessario scrivere alla Conferenza dei servizi una lettera, in cui spieghiamo le ragioni che ci vedono contrari alla realizzazione dell’opera».
L’ente parte dai dati raccolti dall’Osservatorio regionale del commercio della Lombardia, secondo il quale le superfici di grandi e medie strutture di vendita in provincia di Cremona (329.227 metri quadrati in totale) risultano già oggi ampiamente superiori a quella complessiva degli esercizi di vicinato (199.138 metri quadrati).
«Se teniamo conto della presumibile maggiore produttività al metro quadrato dei centri commerciali, lo squilibrio tra le diverse forme distributive diviene ancora più consistente — continua la nota di Confesercenti —. La nuova struttura di vendita eserciterebbe la propria influenza su un ampio territorio, peraltro già fortemente caratterizzato da grandi strutture di vendita, nel quale si registra una preoccupante difficoltà per il mantenimento di un servizio di prossimità adeguato. In alcune realtà comunali minori si parla di un vero e proprio fenomeno di desertificazione commerciale. Va inoltre considerato che l’intera provincia di Cremona sta manifestando segni evidenti di crisi nella struttura commerciale».
Nel primo semestre del 2023, infatti, è stata registrata la presenza di 3.296 attività, contro le 3.470 presenti nel 2020: «Sono stati sufficienti solo tre anni — continua Confesercenti — per perdere ben 174 attività commerciali di prossimità nella nostra provincia. Ciò accade quando centri commerciali già autorizzati non hanno ancora iniziato l’attività. L’impatto, quindi, non potrà che avere conseguenze negative sulla rete distributiva sia a Cremona, sia nelle zone circostanti».
Quindi il discorso occupazione: «A Cremona operano numerosi esercizi commerciali sia di vicinato, sia medie strutture, ed è nota la maggiore produttività per addetto ottenuta dai centri commerciali. Per effetto dell’espansione delle grandi strutture di vendita — continua Confesercenti —, gli occupati negli esercizi al dettaglio in Lombardia negli ultimi anni hanno avuto una sensibile contrazione. Facile prevedere, quindi, che gli effetti occupazionali non potranno che essere negativi».
Oltre ad una presunta polarizzazione a discapito delle attività collocate in zona più centrale, Confesercenti ricorda l’impegno di questi anni portato avanti — anche a livello economico — dal Distretto urbano del commercio e dalla Regione Lombardia: «Questo centro commerciale rischia di vanificare gli sforzi compiuti e risulta del tutto incoerente con le misure in tal senso adottate».
Infine viabilità e ambiente: Confesercenti si dice preoccupata e sottolinea che è fra l’altro in corso una revisione viabilistica dell’intera area, partendo dall’ampliamento di via Picenengo e via Castelleone, già interessata da un traffico molto pesante.
«C’è inoltre il rischio che una nuova grande struttura di vendita renda necessari ulteriori interventi infrastrutturali per conservare livelli di servizio della viabilità accettabili — è la conclusione —, senza i quali l’attivazione di un nuovo insediamento commerciale appare improponibile. L’insieme di questi fattori rischia di creare ulteriori barriere all’accesso al centro storico cittadino. Non si potranno mai introdurre miglioramenti reali alla viabilità ed alle condizioni ambientali incrementando il traffico veicolare. Valutati gli aspetti, tutti negativi, esprimiamo parere contrario».
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