L'ANALISI
L'OMICIDIO DI CASTELLEONE
11 Gennaio 2024 - 16:24
CASTELLEONE - «Si evidenzia sin da ora come i delitti in discussione si inseriscano in ambiente del tutto incredibilmente compromesso all’interno della comunità del Comune di Castelleone, emergendo come un gruppo considerevole di soggetti fosse collegato da regole di comportamento impostate sul rispetto determinato dalla capacità di esercitare e porre in essere atti di violenza, che avevano quale naturale epilogo la definizione degli eventuali contrasti attraverso lo scontro fisico fa le parti. Il tutto con la estesa convinzione di non rivolgersi comunque alle Forze dell’ordine, condotta ritenuta infamante».
È lo scenario nel quale sono maturati l’omicidio di Giovanni Senatore e il tentato omicidio di Alessandro Ferrari, accoltellati da Mauro Mutigli davanti al bar Meteora, in via Roma, la sera del 10 agosto 2022, la notte bianca in paese. Scenario descritto dal Gup nella motivazione della sentenza di condanna a 20 anni di reclusione per Mutigli (in carcere da quella notte) e a risarcire con 40mila euro la madre di Senatore, con 20 mila i tre fratelli, parti civili con l’avvocato Mario Tacchinardi, con 9mila Ferrari, parte civile con l’avvocato Michela Sinelli. Mutigli era difeso dagli avvocati Consuelo Beber e Marco Soldi.
Ventuno pagine di motivazione che raccontano di «un modus vivendi di persone, anche femminili, improntato al rispetto di regole della strada, di riconoscimento di status basato esclusivamente sulla forza fisica e la violenza, e al clima di intimidazione che determinano le loro relative sfere di azione - insiste il Gup -. Gli ‘infami’, come riferito dal Mutigli, sono quelli che si rivolgono ai carabinieri. Gli uomini si fanno giustizia da soli, qua nel paese, e così difendono il proprio onore». Movente Va ricercato nei ‘regolamenti di conti’ all’interno degli ‘schieramenti di forza’ con Senatore chiamato a ‘sistemare le cose’.
Era già accaduto nel 2016. Senatore e Mutigli vengono alle mani presso il bar Cactus di Castelleone. Allora, la peggio ce l’ha Mutigli. Costui ha offeso e provocato varie persone, fra cui Cristian (teste sentito in fase di indagini) il quale, «insieme a tale Mario il rumeno», lo raggiunge al Cactus. Senatore interviene a supporto degli amici. «Aveva ‘regolato’ il Mutigli», scrive il Gup . Per questo, Mutigli deve allontanarsi da Castelleone. Rientrato in paese, comincia a sentire delle voci sull’ex compagna, madre dei suoi figli, la quale, pur essendo fidanzata con un uomo di gradimento all’ex, esce con Alessandro Ferrari. A Mutigli la cosa non va. Lo affronta. Ferrari lo rassicura, ma poi fa di testa sua. Mutigli non gli perdona lo sgarro. «Le voci del paese non fanno che alimentare il senso di impotenza del Mutigli a farsi rispettare dal Ferrari».
La grigliata L’1 agosto 2022, Senatore viene a sapere che qualche giorno prima Cristian ha organizzato una grigliata a casa sua, invitando anche Mutigli, nonostante l’episodio accaduto nel 2016. Senatore si sente tradito dall’amico, gli manda un messaggio: «Te lo dico con un messaggio, così ti rimane e puoi mostrarlo a chiunque, per me tu non sei né un uomo né un amico e quando mi incontri non salutarmi nemmeno». Prosegue il Gup: «L’evento grigliata nell’ottica del gruppo di Castelleone diventa il momento della precipitazione di tutti gli assetti. Cristian, amico di Senatore e al suo fianco nello scontro di quattro cinque anni addietro fra i due, invita Mutigli alla grigliata dove erano presenti anche i colleghi di lavoro di Ferrari (che glielo avrebbero certamente detto)».
Dopo la grigliata, «la questione tra Ferrari e Mutigli diventa questione di rilevanza di gruppo, dove si registrano gli spostamenti negli schieramenti. Ferrari sembra spalleggiato solo dal Senatore, mentre gli altri addirittura intervengono per lasciare che sia un regolamento solo fra Ferrari e Mutigli». In ogni caso, «Senatore non poteva a sua volta consentire di apparire debole agli occhi di quella comunità che frequentava in Castelleone e comunque nonostante gli interventi di altri ‘amici’ per farsi da parte, offre il proprio appoggio a Ferrari e si schiera al suo fianco, per imporre al Mutigli l’obbligo di allontanarsi, nuovamente, dal paese, ‘avendo combinato troppi casini’. In questo crescendo di aspettative di scontro, risulta oltremodo inconcepibile l’idea di rivolgersi alle forze dell’ordine». Nel giro, chi si rivolge ai carabinieri «è ritenuto infame».
Il pomeriggio del 5 agosto c’è ancora uno scontro a distanza tra Mutigli, che aveva i figli con sé e Ferrari e Senatore. Mutigli esibisce un coltello. «Agisce per affermare il proprio ruolo di primo piano e la reputazione di duro, per non sottostare all’imposizione di un ennesimo allontanamento dal paese». La sera del 10 agosto l’incontro al bar Meteora: Prima Mutigli attacca briga con Senatore, afferra il coltello attaccato sotto il sedile del monopattino, lo affronta Senatore. Ferrari si para davanti all’amico. Partono le coltellate: un morto e un ferito grave.
«Rimane sbalorditivo come questo scontro fosse preannunciato da giorno, come un numero considerevole di persone ne fosse a conoscenza, e come gli stessi avessero l’esatta percezione della gravità degli eventi, in particolare se avesse il senatore preso le difese di Ferrari. E di come tutte queste persone, anche vicine alle stesse vittime, non abbiano fatto nulla per impedirlo, ovvero allertando prontamente le forze dell’ordine, i carabinieri, che avrebbero potuto, quantomeno, richiamare i contendenti a operare di conseguenza».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris