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L'OMICIDIO DI CASTELLEONE

Delitto Senatore, chiesti 24 anni per Mutigli

La sera di San Lorenzo. L’operaio accusato anche del tentato omicidio di Ferrari. Sentenza lunedì

Francesca Morandi

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02 Ottobre 2023 - 16:56

Delitto Senatore, chiesti 24 anni per Mutigli

CASTELLEONE - Ventiquattro anni di carcere. Li ha chiesti, oggi, il pm, Andrea Figoni, per Mauro Mutigli, 38 anni, operaio in carcere a Cremona dalla sera del 10 agosto di un anno fa, la notte di San Lorenzo, quando in via Roma, davanti al bar Meteora, sotto gli occhi della gente piantò sette coltellate - di cui tre mortali - a Giovanni Senatore, saldatore di 40, e ferì Alessandro Ferrari, metalmeccanico di 34. Poi fuggì sul monopattino. Omicidio volontario di Senatore e tentato omicidio di Ferrari, per il pm, il quale, nel ricostruire i fatti, ha sostenuto che quella sera Mutigli fu provocato. I difensori, Consuelo Beber e Marco Soldi, hanno chiesto al gup intanto di assolvere Mutigli, riconoscendogli l’esimente della legittima difesa putativa.

In subordine, di condannarlo per omicidio preterintenzionale e, dunque, non volontario. Quanto alle ferite cagionate a Ferrari, più che tentato omicidio, per i difensori Mutigli avrebbe commesso il reato, meno grave, di lesioni. Il gup ha rinviato per repliche all’udienza di lunedì prossimo, giorno della sentenza. Nel processo con il rito abbreviato, i Senatore — papà Francesco, mamma Emilia, i fratelli Gaetano, Sonia e Barbara — si sono costituiti parte civile con l’avvocato Mario Tacchinardi, Ferrari con l’avvocato Michela Sinelli.


Il processo è stato discusso allo stato degli atti. «Gli atti di indagine e le nostre indagini difensive che abbiamo depositato nel corso delle indagini preliminari», hanno spiegato i difensori di Mutigli. «Negli atti di indagine difensiva ci sono tutte le audizioni testimoniali fatte da noi». E c’è un video: «Mostra Mutigli al bancone del bar». Nel bar entrano Ferrari, Senatore che spinge il passeggino, poi arriva Erica Vecchia, all’epoca fidanzata di Senatore. «Senatore dà schiaffi importanti a Mutigli — hanno spiegato i difensori — . Mutigli scappa in strada. Senatore e Ferrari lo inseguono. Poi, Ferrari entra nel bar, prende una bottiglia d’acqua e al barista dice: ‘Uomo avvisato, mezzo salvato’». Quindi, esce e accade ciò che Mutigli «non voleva che accadesse».

Senatore gli mette le mani addosso. Due vigili li separarono e si allontanano. Torna la calma, anzi no. Mutigli raggiunge il suo monopattino. Sotto la pedana ha appiccicato con il nastro adesivo un coltello da cucina: 18 centimetri di lama. Lo prende, torna indietro, colpisce Senatore. Ferrari fa da scudo all’amico, si prende quattro coltellate tra il braccio e le scapole. Infine, Mutigli scappa sul monopattino, gridando: «Vi ammazzo tutti». Senatore non muore subito. Seduto sotto i portici, è cosciente, sta bevendo dell’acqua da una bottiglietta, poi si accascia.


Per la difesa, «è stato un momento molto concitato. Mutigli si aspettava prima o poi di trovarsi in una situazione di quel genere, ma non pensava che sarebbero arrivati a quel punto». L’operaio se l’aspettava, «perché era stato minacciato. Prima di agosto, c’era stato un periodo nel quale Mutigli veniva controllato da parte di terze persone mandate da qualcuno». Secondo i legali Beber e Soldi, c’è un prima e un dopo. «C’è una prima parte, in cui Mutigli ce l’aveva con Ferrari». Ferrari si era messo con la sua ex, «ma non ce l’aveva per questo. Da padre, Mutigli ce l’aveva, perché Ferrari e la sua ex andavano nei bar e nei ristoranti con i bambini di Mutigli, tiravano tardi e i bimbi si addormentavano. Mutigli non voleva che Ferrari frequentasse i suoi figli. Poi, Ferrari lo ha rassicurato, ma Mutigli ha scoperto che non era così. Da lì, inizia l’astio tra i due».

Il dopo. «Pare che Ferrari abbia coinvolto terze persone. Mutigli si sentiva in pericolo. Infine, sulla scena spunta Senatore». La scena: via Roma, 10 agosto, San Lorenzo, mercoledì, il Mercoledì sotto le stelle’, Castelleone in festa con i negozi aperti, la musica dal vivo, le famiglie che passeggiano per il paese. Dalla festa allo shock.

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