Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA. INFORTUNIO MORTALE AL MAGGIORE

Caso Malgarini, il Tribunale ha assolto l'architetto

Hanno già patteggiato il legale rappresentante Alberto Costigliola (9 mesi) e la società (114.300 euro, pena pecuniaria)

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

10 Gennaio 2024 - 19:44

Caso Malgarini, il Tribunale ha assolto l'architetto

Claudio Malgarini e gli avvocati Papa Abdoulaye Mbodj e Stefania Bonaldi

CREMONA - Il 16 luglio del 2020, Claudio Malgarini, sessantenne di Fara Olivana con Sola (Bergamo), dipendente della ditta Costigliola srl di Casarile (Milano), mentre lavorava con i colleghi nel cantiere al piano interrato di Medicina Nucleare e Radiologia dove si sarebbe collocato un acceleratore per la cura radioterapica, fu travolto e ucciso da trenta lastre che servivano per piombare il bunker: gli caddero addosso 1500 chili di piastre che si staccarono dalle pareti.

Per l’infortunio mortale sul lavoro, dal gup hanno già patteggiato 9 mesi di reclusione (pena sospesa) Alberto Costigliola, legale rappresentante della srl, e la società stessa la pena pecuniaria di 114.300 euro.

Oggi il Tribunale ha assolto con formula piena, «perché il fatto non sussiste», l'architetto di Varese, progettista, responsabile di progetto e coordinatore per la sicurezza nel cantiere, difesa di fiducia dall’avvocato Papa Abdoulaye Mbodj del Foro di Milano, coadiuvato dalla collega di studio Stefania Bonaldi, l’ex sindaca di Crema. Il pm stesso aveva chiesto di assolvere la professionista.

«L’architetto - ha sostenuto il difensore Papa Abdoulaye Mbodj — ha stilato il progetto che era un progetto adeguato: seguiva tutti i crismi delle normative. Il problema è che in corso d’opera, ci sono state delle difformità e delle modifiche che esulavano da quello che era il progetto stilato in fase di progettazione».

L’architetto «non era a conoscenza di queste modifiche apportate durante i lavori». Le piastre, infatti, dovevano essere saldate. Invece, furono bullonate.

La tragedia accadde dopo le cinque del pomeriggio. Nel cantiere bunker erano dentro in cinque dipendenti della ditta milanese. I colleghi di Malgarini, sconvolti, avevano i pantaloni da lavoro strappati. «No, noi non ci siamo feriti. Noi siamo tutti salvi», dissero sotto shock.

I poliziotti li sentirono nell’immediatezza della tragedia, la Procura pose sotto sequestro il cantiere.

Alle 20.30, dal paese della Bergamasca arrivarono all’ospedale Maggiore la moglie e il figlio di Malgarini. «Mio marito è qui ricoverato». Un poliziotto, con delicatezza, diede loro la drammatica notizia. La moglie lanciò un urlo straziante. Colta da malore, fu portata al Pronto soccorso.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400