L'ANALISI
10 Gennaio 2024 - 05:10
Monsignor Daniele Gianotti celebra la messa durante la visita nei territori dell’Arci-diocesi albanese di Scutari
CREMA - Un legame che si è consolidato negli anni, parzialmente interrotto solo nel periodo della pandemia. La Diocesi di Crema è ancora una volta vicina ai confratelli albanesi, in particolare ai fedeli di Scutari e dintorni. Nel recente passato, ad aprire la strada erano stati i ragazzi, che d’estate hanno partecipato per più edizioni a ‘Giovani on the road’, spendendosi in prima persona nel Paese delle Aquile come educatori, per stare al fianco dei bambini e dei ragazzini le cui famiglie vivono condizioni di difficoltà.
La piccola comunità di Bajze, una parrocchia dell’Arcidiocesi di Scutari, nel nord del Paese, ha così imparato ad apprezzare i giovani della Caritas. A conferma di questo legame, da lunedì e sino a oggi compreso il vescovo Daniele Gianotti è in Albania.
Proprio ieri è stato a Scutari e poi a Bajze, dove ha incontrato le suore Clarisse, visitato le prigioni e si è fermato anche dalle famiglie di Bajze. Nel mezzo anche l’incontro con il vescovo di Scutari.
Lunedì monsignor Gianotti, accompagnato da alcuni membri della Caritas e da alcuni sacerdoti della Diocesi cremasca, era già stato a Vau-Djes, aveva incontrato il vescovo locale Simon Kulli, fermandosi poi per pranzo alla mensa della Caritas, dove ha avuto la possibilità di conoscere i laici della diocesi di Sapa.
Per oggi, la mattinata sarà ancora dedicata alla visita alle famiglie di Bajze, prima del pranzo e della partenza per il rientro in Italia in aereo, con il decollo previsto alle 16 dall’aeroporto di Rinas.
Per questo mese i viaggi del vescovo non sono finiti qui. Dal 29 al 2 febbraio è atteso a Roma, insieme a tutti i presuli della Lombardia. In programma la visita ad limina apostolorum, incontro che, ogni cinque anni, i vescovi di tutto il mondo hanno in Vaticano con il Papa. Si tratta di un’occasione per spiegare la situazione della loro Diocesi sia dal punto di vista religioso, sia da quello sociale e culturale.
La delegazione lombarda vedrà papa Francesco giovedì primo febbraio. Il senso delle visite ad limina è precisato nel Direttorio della Congregazione dei vescovi, pubblicato nel 1988. Non sono un semplice assolvimento di un obbligo rituale, protocollare e giuridico. Servono per arricchire l’esperienza del Papa permettendogli di conoscere i problemi della Chiesa e del mondo, «diversi a seconda dei luoghi, dei tempi e delle culture».
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