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CREMA: LA CELEBRAZIONE

Gianotti: «Dialogo e dignità per avere la pace»

Cerimonia del primo dell'anno nella cattedrale: il vescovo invoca la fine di tutti i conflitti

Stefano Sagrestano

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stefano.sagrestano@gmail.com

02 Gennaio 2024 - 11:23

Gianotti: «Dialogo e dignità per avere la pace»

Il vescovo Daniele Gianotti, che ieri pomeriggio a Crema ha aperto le celebrazioni del nuovo anno con la messa solenne in cattedrale alla presenza di molti fedeli

CREMA - Il vescovo Daniele Gianotti ha aperto ieri pomeriggio le celebrazioni del nuovo anno, con la messa solenne in cattedrale in occasione della solennità di Maria madre di Dio e della giornata mondiale della pace. L’invocazione per la fine di tutti i conflitti aveva già caratterizzato la veglia di preghiera della notte di San Silvestro. Il tutto accompagnato dalla preghiera di ringraziamento, dai ricordi degli eventi più significativi per la Diocesi cremasca che si sono susseguiti mese per mese durante l’anno passato, letti da diversi fedeli e ogni volta dall’offerta del cero sull’altare Maggiore del Duomo. Nella funzione di ieri monsignor Gianotti ha ricordato l’associazione tra benedizione e il volto di Dio.

«La benedizione si identifica proprio con la possibilità di incontrare un volto. Non uno qualsiasi ma quello di Dio, che normalmente è trascendente e sorpassa radicalmente ogni possibilità di percezione da parte delle creature. Vedere il suo volto equivale a morire, non si può farlo e restare in vita. Eppure il risvolto che è presente nella Scrittura ci dice che proprio la visione del volto di Dio è fonte di benedizione e di pace. Il messaggio della fede cristiana e ebraica annuncia che Dio stesso vuol venire incontro all’uomo e instaurare dialogo e amicizia, mostrandogli il suo volto. Per noi cristiani tutto ciò si concretizza con Gesù, in cui Dio ha manifestato il suo volto di pace e benedizione di grazia e benevolenza offerte all’uomo».

«La celebrazione della nascita di Gesù continua ad annunciare questa benedizione di Dio per l’uomo. Ci possiamo chiedere se questa non sia un’indicazione preziosa anche per noi, per il modo in cui siamo chiamati ad essere benedizione gli uni per gli altri. Ci possiamo chiedere se la pace che tanto desideriamo, non sia proprio qualcosa che deve passare all’altezza del volto. Uno dei lati più devastanti dei mutamenti delle guerre contemporanee è la non necessità di guardare in faccia il nemico. Oggi non servono nemmeno più i piloti degli aerei, mancano razzi e macchine comandate da remoto. Anche Papa Francesco tocca questa questione nel suo messaggio per la giornata della pace dedicato alla giornata di Capodanno».

Il presule alla fine della messa ha donato una copia del testo del Santo Padre ai rappresentanti delle istituzioni locali intervenuti. «La pace si compie laddove siamo capaci di guardare al volto dell’altro per accoglierlo nella sua dignità insopprimibile – ha concluso Gianotti – nella pace possiamo impegnarci ogni giorno anche noi, in famiglia, nel lavoro, nei contatti quotidiani con gli altri, nel faccia a faccia nella relazione fraterna che siamo chiamati a costruire sempre».

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