L'ANALISI
IL MERCATO IMMOBILIARE
10 Gennaio 2024 - 05:30
CREMONA - Un quinto delle case della città sono vuote. La stessa percentuale, decimale più, decimale meno, che c’è nel resto della provincia, seppur con differenze piuttosto marcate a seconda delle zone. Nel Cremasco, ad esempio, specialmente nei paesi che guardano verso il Lodigiano e il Sud Est Milanese, la percentuale di abitazioni vuote risulta sensibilmente inferiore. Al contrario, nelle aree più rurali si arriva anche al 30% e oltre. Le cause di questa situazione sono molteplici, a cominciare dai prezzi di acquisto o canoni di affitto elevati che scoraggiano i potenziali acquirenti e locatari.
Un circolo vizioso che porta molte famiglie a rivolgersi al pubblico, con la conseguente enorme richiesta di abitazioni a canone calmierato, a cui i Comuni, la stessa Aler (l’Azienda lombarda per l’edilizia residenziale) e gli altri enti preposti, faticano non poco a dare risposte.
Gli alloggi popolari, infatti, sono assolutamente insufficienti per soddisfare tutte le domande degli aventi diritto, selezionati tramite bandi che tengono conto di criteri oggettivi, legati ad esempio al reddito delle famiglie e al numero di componenti, compresa la presenza di minori a carico. In questo scenario si gioca una partita molto rilevante per gli enti che possono muovere le leve in grado di cambiare la sostanza delle cose.
Da non sottovalutare, inoltre, l’impossibilità dei proprietari di far fronte alle spese economiche necessarie per riqualificare gli alloggi, in modo da renderle appetibili per il mercato, sia esso quello legato alle locazioni sia quello di vendita.
I dati statistici sono quelli forniti dall’Istat e riportati nell’indagine di Openpolis, pubblicata prima di Natale. Partono da una base anagrafica del 2021 e tengono conto delle case che non vengono occupate in maniera permanente.
A Cremona le abitazioni totali sono 41.246, quelle non utilizzare 7.993, pari al 19,4%. Guardando agli altri centri maggiori del territorio provinciale la situazione è simile, seppur con alcune differenze percentuali.
Per quel che riguarda Crema su un totale di 19.138 case censite dall’Istat, quelle vuote sono 3.534, pari al 18,5%.
Si sale di tre punti percentuali se si guardano i dati relativi a Casalmaggiore, dove su 7.847 case censite il 21,8% non è abitato in maniera permanente. In numeri assoluti: 1.709.
Proseguendo nell’analisi statistica che interessa gli altri principali centri della provincia si notano più marcate differenze percentuali. In particolare, come detto, i paesi del Cremasco prossimi all’area del Sud Est Milanese e al Lodigiano, registrato un numero inferiore di case vuote. Incide l’arrivo costante di famiglie che cercano casa fuori dall’Hinterland, cercando di sfruttare i prezzi che sono inferiori.
A Castelleone su 4.985 abitazioni censite, ce ne sono 1.007 non occupate in maniera costante, pari al 20,2%. A Pandino, si scende al 13,6% il che significa 588 case sfitte su 4.328. Accade il contrario a Soresina: tra i centri principali della provincia è quello che soffre di più del problema delle abitazioni vuote. Sono il 27,2% (1.370) delle 5.042 censite dall’Istat.
Fatica anche Pizzighettone: sulle 3.548 esistenti nel territorio comunale quelle non occupare sono 810, pari al 22,8%. Tornando nel territorio cremasco, hanno numeri simili a Pandino sia Rivolta d’Adda sia Spino d’Adda. Nel primo caso le case non utilizzate in maniera costante sono 601 su 4.049 (14,8%) a Spino d’Adda 399 su 3.221 (12,4%). Segue Offanengo con 485 su 2.941 (16,5%). Infine Soncino, con 872 case vuote (21,3%) sulle 4.090 esistenti nel territorio comunale.
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