L'ANALISI
31 Dicembre 2023 - 06:00
«L’anno vecchio è finito, ormai, ma qualcosa ancora qui non va», scriveva Lucio Dalla al ‘Caro amico’ della canzone. Come dargli torto? Nell’anno che arriva, andrà al voto quasi metà della popolazione mondiale in uno scenario tutt’altro che rassicurante, fra guerre con relativa crisi economica incorporata, emergenza ambientale, sconquassi naturali, nazionalismi arrembanti, intelligenza artificiale (e rischio di fake news correlate) sempre più invadente. Messe insieme, tutte queste non sono buone notizie.
Il destino del mondo è nella mani di quei quattro miliardi di persone con diritto di voto che saranno chiamati alle urne. Per molte centinaia di milioni di essi si tratta di pura formalità. In Russia, per esempio, dove Vladimir Putin fa sbattere in galera ogni potenziale e oppositore e praticamente correrà da solo.
Più controverse le competizioni elettorali nelle democrazie occidentali di stampo liberale. A partire dagli Stati Uniti, dove il prossimo 5 novembre secondo molti osservatori in gioco c’è molto di più del solo nome del futuro presidente, ma si decide il modello di Paese: un bellicosissimo Donald Trump sta mettendo in discussione i principi fondamentali che reggono gli States.
Pure in Europa la posta in gioco è alta: dal 6 al 9 giugno, 400 milioni di elettori di 27 Paesi decideranno se il modello attuale di Unione ha margini di sopravvivenza oppure se i nazionalismi ne faranno ‘spezzatino’.
Anche a livello locale si gioca una partita importante. Tra i 62 Comuni cremonesi in cui si voterà per il rinnovo delle amministrazioni c’è il capoluogo. E forse qui più che in altre realtà, per continuare a dirla con Dalla, «c’è qualcosa che non va».
Le elezioni amministrative sono alle porte: si terranno in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno prossimi e mai come stavolta il governo della città è considerato contendibile.
Parlano chiaro i risultati delle ultime elezioni politiche, in cui Fratelli d’Italia ha spodestato il Partito Democratico dal ‘trono’ di formazione più votata. Eppure, il barometro della politica nostrana segna una calma che più piatta non si può. Dovrebbe essere il contrario, con i due fronti già ben attivi in confronti con i cittadini e le categorie in vista della definizione di programmi e progetti. La situazione è molto fluida e in più c’è da riguadagnare la fiducia dei quattro aventi diritto al voto su dieci che l’ultima volta hanno disertato le urne.
Il centrodestra, che nel settembre del 2022 ha raccolto alla Camera 15.630 voti, dovrebbe darsi da fare per provare a salire a quota 17mila, considerata soglia di sicurezza per la vittoria.
Il Pd e le sinistre, che si sono invece fermati poco sopra quota 11mila (8.455 il bottino dei soli Dem), dovrebbero invece dare segni di vita per tentare il recupero. Il centrosinistra resta nettamente sotto gli avversari sommando anche i consensi del Movimento Cinque Stelle (14.97 voti complessivi); alleanza che resta tutta da verificare, perché stante i rapporti decisamente poco idilliaci fin qui registrati tra Pd e M5S, l’idea del campo largo pare essere di assai difficile declinazione dalle nostre parti. Inoltre, il Pd sembra aver mandato in soffitta il concetto di primarie, iniziativa che pur tra molte dubbi aveva comunque avuto il valore di riavvicinare i cittadini alla politica.
Non può bastare la considerazione che, tradizionalmente, il Pd nelle amministrative viaggia più veloce che nelle politiche: il delta rispetto agli avversari registrato nel settembre 2022 è stato ampio e la riscossa appare a rischio.
Invece, su entrambi i fronti spifferi, sussurri e grida riguardano unicamente indiscrezioni sui possibili candidati sindaco. Un nodo che riguarda entrambi gli schieramenti. Come è noto, infatti, il primo cittadino uscente, Gianluca Galimberti, non è ricandidabile. Un valzer di ipotetici aspiranti primo cittadino che spuntano e scompaiono nel volgere di poche ore, nomi di politici o di rappresentanti della società civile che si alternano, che vengono cercati oppure si propongono. Facce vecchie e facce nuove. Anche se ne sono girati parecchi, inutile fare nomi, verranno smentiti al prossimo stormire di fronde. Ma tutto sempre sotto traccia.
Ancora non si sente parlare di visione del futuro, di progetti per la città, di strategie, di modelli da perseguire. Si dovrebbe partire da lì e solo dopo cercare la persona giusta cui affidare il compito di guidare la città verso gli obiettivi individuati. Perché, come dice un proverbio giapponese, la visione senza l’azione è un sogno, ma l’azione senza visione è un incubo.
La progettualità, intesa come predisposizione mentale, modo di pensare e vedere la città, che si concentra sull’ideazione e la visione d’insieme dove è?
Nella speranza di poter sentire presto delle risposte a questa domanda, non resta che fare gli auguri di buon 2024 a tutti i nostri lettori e alle loro famiglie.
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