L'ANALISI
17 Dicembre 2023 - 05:00
La foto della settimana, per quanto ci riguarda, è quella con i volti sorridenti e soddisfatti dei 145 studenti che si sono aggiudicati le borse di studio conferite dall’Associazione Industriali Cremonesi e consegnate mercoledì scorso in una cerimonia al teatro Ponchielli. Sono tra i migliori ragazzi che frequentano le scuole superiori della provincia: sanno investire su sé stessi e hanno grande determinazione a fare bene. E rappresentano il nostro futuro, la classe dirigente del domani. Stefano Allegri, leader degli industriali cremonesi, ha ben sottolineato che «questo è il momento più importante dell’anno per la nostra associazione perché premiamo il merito. Le nuove generazioni vogliono dire futuro, opportunità, crescita e innovazione. Dobbiamo cambiare il trend che vede l’Italia un Paese per vecchi, dove i giovani non riescono a stare meglio dei loro genitori».
Quella bella cerimonia rischia però di essere una, ancorché lusinghiera, illusione, un buon ‘antipasto’ di un pranzo completo che forse non arriverà: quanti di questi ragazzi decideranno di investire le proprie risorse umane, culturali e professionali per contribuire allo sviluppo del territorio in cui sono cresciuti e hanno studiato e quanti sceglieranno di andarsene da un Paese che li marginalizza, quando non li maltratta? Bisogna saperli tenere ancorati alle loro radici. Il sistema fa abbastanza, sa investire su di loro? Certo non lo fa un mondo del lavoro dominato dalla gerontocrazia, in cui si premiano non tanto la qualità e la quantità dell’impegno in quanto prevalenti sono i meccanismi di progressione per anzianità.
Che futuro possiamo prospettare loro proponendo contratti precari, con salari che non sono in grado neppure di garantire il minimo vitale e tanto meno l’accensione di un mutuo per l’acquisto di una casa? Che altro non è che la precondizione per l’indipendenza. Dove vai con meno di mille euro al mese se non hai la solita ciambella di salvataggio lanciata dalla tua famiglia? Come potrai pagare un affitto e contemporaneamente poter avere una dignitosa qualità della vita? Un dato per tutti. Gli stipendi degli italiani negli ultimi 30 anni, dal 1991 al 2022, sono cresciuti solo dell’1 per cento, a fronte del 32,5 in media nell’area Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico. Lo ha certificato il rapporto annuale dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, Inapp.
L’inflazione nel frattempo è cresciuta molto di più e lo abbiamo mestamente verificato anche solo nel corso degli ultimi mesi. Il che significa una perdita di valore reale del salario che nel solo 2022 è stata del 2,2 per cento. Con il disarmante risultato che l’Italia ha disceso 13 posizioni nella graduatoria dei salari reali tra i Paesi Ocse. Una situazione di accentuata difficoltà per le famiglie che diventa di invivibilità per i giovani. Tradotto in concreto, questo significa forza lavoro in rapido invecchiamento e difficoltà delle aziende a trovare il personale necessario. Sono proprio queste alcune tra le principali criticità del mercato del lavoro italiano. Meglio scappare dall’Italia è la triste, spesso inevitabile, bandiera di resa che molti ragazzi sono costretti a sventolare.
Un esempio che rende plasticamente la situazione: in Italia un infermiere guadagna mediamente 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila della Germania e i 48.167 dell’Irlanda. A passarsela meglio è il Lussemburgo, che stipendia i suoi infermieri con circa 91.290 l’anno. Più in generale, in Italia lo stipendio medio si attesta sui 34mila euro annui. Ben distante da quanto si registra nella vicina Svizzera, dove un lavoratore single senza figli guadagna oltre 102mila euro. Più si sale come funzioni, più il delta aumenta. E la beffa è che l’istruzione superiore e universitaria italiana forma cervelli che poi andranno a raccogliere successi altrove. Torniamo ai nostri ragazzi premiati al Ponchielli. Sono il frutto di un sistema scolastico di qualità. Alle olimpiadi della matematica o della fisica, così come alle periodiche gare di filosofia, è difficile che tra la pattuglia dei migliori non ci siano studenti con ‘passaporto’ cremonese. Perfino nei progetti riservati alle scuole primarie i nostri sanno farsi valere.
L’ultimo riconoscimento in settimana, con i ragazzi di una classe della Trento e Trieste di Cremona dell’istituto comprensivo Cremona Uno, che si sono aggiudicati il premio nazionale eTwinning 2023 grazie al progetto ‘Over the moon’. Un progetto per lo studio dello spazio, che consente agli studenti di aumentare l’alfabetizzazione e le competenze scientifiche, ma anche di un progetto che vuole portare gli studenti a un atteggiamento positivo nei confronti della scuola.
Vitale è anche l’offerta universitaria cremonese, destinata ad aumentare ulteriormente con la prossima apertura della nuova sede del Politecnico di Milano nell’ex caserma Manfredini. Cremona saprà farsi amare come città universitaria? C’è molto da lavorare in questo senso se, come ha riassunto con efficace sintesi il professor Fabio Antoldi, docente della Cattolica che ha coordinato il questionario tra tutti gli studenti universitari fuori sede presenti in città voluto dalla Fondazione Arvedi Buschini, i ragazzi nelle loro risposte battezzano come «morta» la città. Chiedono servizi, occasioni di socialità e per fare sport, sale pubbliche dove potersi incontrare. Ma, soprattutto, domandano maggiori disponibilità di luoghi dove potersi incontrare e studiare, con aperture a orari europei. Una prima risposta in questo senso dovrebbe arrivare a giorni.
Ma il lavoro da fare resta molto per dimostrare che Cremona è una città anche a loro misura. Un po’ più grandi di età, ma comunque figli della formazione di casa nostra, sono i due startupper di Offanengo tra i vincitori del concorso ‘Cambiamenti 360’ promosso dalla Cna. Si chiamano Nicola Ratti e Marco Ferrari e hanno messo a punto un rivoluzionario progetto destinato ai ragazzi autistici con il quale insegnano loro, tramite esercizi guidati dall’intelligenza artificiale, come approcciarsi al mondo reale. Loro hanno scelto di ‘giocare’ in casa. Il sistema imprenditoriale e del credito cremonese hanno il compito di rendere conveniente ai loro più giovani emuli di fare la stessa scelta. Quelle borse di studio sono un ottimo ‘antipasto’, la nostra meglio gioventù va messa in condizione di godere anche del resto del ‘pranzo’.
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