L'ANALISI
24 Dicembre 2023 - 13:00
CREMA - Sono tornate in azione le doppiette e, in meno di due mesi, sono già stati abbattuti 1.400 capi, che vanno ad aggiungersi ai 900 della scorsa primavera. L’azione di contenimento delle nutrie sta proseguendo con decisione, per liberare almeno parzialmente il territorio cittadino da questo grosso roditore, che provoca danni notevoli all’agricoltura e alle sponde di fossi e rogge.
L’intervento è coordinato dall’assessore comunale all’Ambiente, Franco Bordo, che lo scorso mese di marzo aveva avviato una campagna per il contenimento delle nutrie, d’intesa con Provincia, forze dell’ordine, associazioni agricole e Linea Gestioni.
All’opera c’è una squadra di dodici cacciatori, appositamente formati, che sta cercando di arginare l’invasione dei roditori sul territorio comunale. Un intervento necessario, dopo che parecchi cittadini si erano lamentati per la presenza di nutrie nei loro giardini o di fianco a casa.
La prima fase si era conclusa a fine maggio con effetti positivi: più di 900 capi abbattuti. È bastato però sospendere l’operazione di contenimento delle nutrie nei mesi estivi, per motivi di sicurezza perché in campagna si lavora, che il problema è riemerso. Segno che, di lavoro da fare ce n’era e ce n’è ancora parecchio. Dopo tanti anni in cui non si era intervenuti, a causa anche della pandemia che ha incanalato le attenzioni verso problemi ben più gravi, le nutrie hanno proliferato e si sono moltiplicate a dismisura. Basti pensare che una femmina può portare a termine fino a tre gravidanze all’anno. Dopo una gestazione di 4 mesi e mezzo vengono partoriti da 2 a 6 piccoli.
«Siamo ripartirti a inizio novembre e abbiamo allargato il raggio di azione – spiega Bordo – partendo sempre dalla zona che va da San Carlo alla Gronda Nord e dal Podere di Ombriano fino al Moso, ma ci siamo spinti anche verso Santo Stefano e Campagnola. Le operazioni si interromperanno nel periodo natalizio, ma riprenderanno subito dopo».
A settembre c’era stata una interruzione per via di una disposizione a livello europeo, che aveva stabilito che nelle zone umide ed entro 100 metri dai loro confini non si poteva sparare e non si potevano portare munizioni in piombo. Un successivo intervento chiarificatore aveva però dato il via libera alla ripresa, in quanto la limitazione è ristretta solo a zone naturalistiche di pregio. E quindi, la campagna è ripresa.
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