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Maxi truffa a due anziane, il Credem è parte civile

Il Tribunale ne ammette la costituzione nel processo a carico dell'ex funzionaria Cristina Pedrabissi

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

19 Dicembre 2023 - 18:10

Maxi truffa  a due anziane, il Credem è parte civile

CREMONA - Il Tribunale oggi ha ammesso la costituzione di parte civile del Credito Emiliano nel processo che vede l’ex funzionaria Cristina Pedrabissi, 55 anni (poi licenziata), senior private banker accusata di aver messo a segno, tra il 2011 e il 2021, una maxi truffa da 2 milioni e 229.723 euro ai danni delle anziane sorelle Giordana e Marise Zanardi, 90 e 92 anni, di Casalbuttano, entrambe morte nel 2020, Giordana il 29 luglio, Marise il 7 dicembre successivo, dopo un lungo ricovero a Cremona Solidale.

Pedrabissi è inoltre accusata di auto riciclaggio. Sul banco degli imputati c’è anche suo marito, Maurizio Merlini, 61 anni, accusato di riciclaggio e auto riciclaggio (marito e moglie sono difesi dagli avvocati Stefano Aterno e Ernesto Belisario di Roma). Sono a giudizio per riciclaggio Carmen Bolzani, 80 anni, madre della Pedrabissi; Irene Bodini, 83 anni, e Andrea Ottavia, 33, madre e figlia di Merlini (sono difese dall’avvocato Paolo Bregalanti).

Nel processo si è costituito parte civile Leonardo Ardigò, imprenditore di Merlino (Milano), erede «non diretto» di Marise Zanardi, assistito dall’avvocato Roberto Peccianti di Milano che ha già chiamato in causa il Credem come responsabile civile. Da oggi la banca è, dunque, anche parte civile. Lamenta «il danno di immagine rilevante e diretto, inimmaginabile causato dalla Pedrabissi», ha sottolineato l’avvocato Roberto Reggiani, legale dell’istituto di credito.

Il processo è stato aggiornato all’udienza del 26 marzo prossimo, quando saranno sentiti i primi cinque testimoni del pm.

L’erede di Giordana Zanardi (tutelata dall’avvocato Federico Tresoldi) ha invece già intentato la causa civile alla banca e alla Pedrabissi.

Nell’indagine della Guardia di Finanza sono finiti la sottoscrizione di polizze e i premi incassati. Ma anche gli acquisti personali pagati in contanti, in assegni, con il Pos e con bonifici (Merlini si era aperto un conto alla Fideuram). Bonifici ritenuti sospetti. Come i 25mila euro di acconto imposte, i 14.400 euro per la fornitura di porte, maniglie e luci nel lussuoso appartamento dove un anno fa si presentarono le Fiamme Gialle.

All’udienza preliminare del 19 luglio scorso, ex bancaria e marito volevano patteggiare, Pedrabissi a 4 anni di reclusione, Merlini a 3 anni e 6 mesi. Ma il gup aveva negato il patteggiamento già concordato con il pm: «Pena incongrua rispetto alla gravità dei fatti e alla spiccata intensità del dolo dimostrata dagli imputati».

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