L'ANALISI
21 Luglio 2023 - 21:29
CREMONA - La scultura e il regalo di nozze (8mila euro), l’acconto imposte (25mila), la fornitura di porte, maniglie e luci (14.400 euro). Un giro di bonifici «sospetti» per il Credem, la banca dove fino a un anno fa ha lavorato in qualità di private banker Cristina Pedrabissi, 55, mercoledì scorso rinviata a giudizio dal gup per la presunta maxi truffa da oltre 2 milioni di euro ai danni delle sorelle Giordana e Marise Zanardi, 90 e 92 anni, correntiste del Credem, ricoverate in Rsa, Cremona Solidale, morte nel 2021: Giordana il 28 luglio, Marise il 7 dicembre. Con Pedrabissi, accusata anche di autoriciclaggio, al processo si difenderanno anche suo marito Maurizio Merlini, 61 anni, accusato di autoriciclaggio e ricettazione, la madre, la suocera e la figlia di lui (riciclaggio).
Un anno fa, il Credem si è visto negare dal giudice «il sequestro conservativo fino alla concorrenza di 2 milioni e mezzo di euro» chiesto nei confronti di Merlini e di sua madre, perché la banca non era legittimata. Perché non è lei «la danneggiata». Semmai, i danneggiati sono le anziane sorelle Zanardi e i loro eredi. Mercoledì, il gup non ha ammesso la costituzione di parte civile del Credem, chiamato però nel processo come responsabile civile da Edoardo, l’erede di Marise che si è costituito parte civile. Una strada diversa ha scelto Mariarosa, lei erede di Giordana Zanardi, che chiede 1 milione e 700 mila euro di risarcimento danni alla banca e all’ex dipendente Pedrabissi nella causa civile fissata a gennaio prossimo. Ed è stata proprio Mariarosa ad aprire gli occhi alla banca.
Tutto parte da una pec del 5 aprile 2022, con cui l’erede dell’anziana Giordana chiede il risarcimento dei danni alla banca, «affermando che la Pedrabissi avrebbe prestato la propria opera fraudolentemente, compiendo operazioni che avrebbero portato ad una quasi completa spoliazione del patrimonio immobiliare» dell’anziana Giordana. L’erede informa il Credem di aver già depositato in Procura una querela nei confronti della funzionaria. In banca strabuzzano gli occhi, scatta l’indagine interna, si ricostruiscono i movimenti. Si scopre che Maurizio Merlini ha un conto aperto alla Fideuram, sul quale l’anziana Giordana ha avrebbe disposto vari bonifici. Anno 2016. L’1 ottobre dal conto corrente dell’anziana viene disposto - via internet - un bonifico di 15 mila euro con causale «prestito infruttifero per pagamento tasse».
Anno 2018. È del 29 agosto il bonifico «con causale pagamento lavori (nonostante Merlini risulti essere un agente di commercio)». Il 2019 è l’anno di quattro bonifici. Il primo di 30 mila euro del 26 febbraio, il secondo di 23.100 euro del 3 maggio, il terzo di 9.821 del 22 luglio e l’ultimo di 3 mila del 12 agosto. Anno 2020. Il 31 gennaio sul conto di Merlini arriva il bonifico di 500 euro «senza causale», il 6 febbraio di 29mila euro «senza causale», il 12 marzo di 25mila con causale «acconto imposte», il 5 giugno di 10mila «acconto acquisto quote». L’1 luglio il bonifico per 8 mila euro. Causale: «Regalo matrimonio». Bonifico che fa storcere molto il naso, perché proprio quella stessa mattina — precisamente alle 7,34 — l’anziana Giordana viene ricoverata nella casa di cura Figlie di San Camillo.
Merlini e Pedrabissi si sposano il 19 settembre successivo. Per Credem, «sembra dunque chiaro che l’operazione non sia stata disposta dalla signora Zanardi né ai fini indicati nella causale». Gli 007 della banca scoprono dell’altro. Merlini «risulta in rapporti con lo scultore Graziano Carotti, beneficiario di un bonifico di 1.500 euro (in data 18 maggio 2018) apparentemente disposto dall’anziana Giordana presso la Credem». E sempre Merlini «è il soggetto cui risulta riferibile l’indirizzo (via del Sale 40/C) di consegna della merce per la transazione commerciale formalmente intercorsa tra la signora Giordana Zanardi e Onlinestore spa». «Operazioni regolari», sostengono Pedrabissi e il marito. Lo spiegheranno nel processo penale fissato in calendario per il 21 novembre.
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