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LA CITTÀ UNIVERSITARIA

«Cremona, noi ti vogliamo così», presentati i risultati dell'indagine sugli studenti

Progetto promosso dal Comune in collaborazione con la Fondazione Arvedi Buschini, le quattro Università presenti in città, il Conservatorio e la Diocesi: bene costo della vita e sicurezza. Le richieste e le ombre

Massimo Schettino

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mschettino@laprovinciacr.it

14 Dicembre 2023 - 18:09

'Cremona città universitaria', presentati i risultati dell'indagine sugli studenti

CREMONA - La città universitaria è promossa per quanto riguarda il costo della vita e degli alloggi e per la sicurezza che riesce ad offrire ai cittadini. Bocciata invece per l’assenza di intrattenimenti serali, per i collegamenti insufficienti con le altre città e per la scarsa vivacità della vita culturale. «Città morta», ha sintetizzato Fabio Antoldi, docente dell’Università Cattolica che ha presentato i risultati del questionario distribuito online ai 2.294 studenti delle cinque università presenti a Cremona dal 4 al 17 ottobre. «Abbiamo raccolto complessivamente 545 questionari validi, con un’ottima rappresentatività statistica della popolazione (è un campione che arriva al 23,7% del totale)», ha spiegato Antoldi nel corso corso del tavolo di coordinamento del progetto ‘Cremona, città universitaria’ che si è tenuto oggi, promosso dal Comune in collaborazione con la Fondazione Arvedi Buschini, le cinque Università presenti in città, compreso il Conservatorio, e la Diocesi di Cremona. Erano presenti il sindaco Gianluca Galimberti, gli assessori Andrea Virgilio, Maura Ruggeri, Luca Burgazzi, Gerardo Paloschi per la Fondazione Arvedi Buschini, Matteo Burgazzoli (Cattolica), Arianna Coniglio (Università di Brescia), Lapo Ghiringhelli (Monteverdi), Francesco Saggio (Pavia), Gianni Ferretti (Politecnico) e Rossella Zilioli (Informagiovani).

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Tanti i temi affrontati, a partire dalla presenza degli studenti stranieri (il 6%) che arrivano a Cremona per frequentare corsi prestigiosi tenuti in inglese: «Non parlano italiano e la città, se vuole essere accogliente, deve parlare anche inglese. Non parlo solo delle istituzioni, ma anche dei bar, i ristoranti che devono avere menu in inglese, il medico, la farmacia, la lavanderia». Poi il quadro generale: solo il 36% degli studenti è di Cremona o provincia: il 25% vive altrove (soprattutto Parma e Piacenza) e fa il pendolare e potrebbe stabilirsi in città. Il 38,9% è fuori sede, ossia si è già trasferito a Cremona provenendo da una città lontana. Si può stimare che gli studenti «fuori sede» siano attualmente circa 700-800, di cui almeno 550-600 vivono già in Cremona (stima prudenziale). Il numero potrebbe raddoppiare con l’apertura del nuovo campus del Politecnico i cui lavori sono in corso nella ex caserma Manfredini.

ALLOGGI


Antoldi ha parlato di un «cammino virtuoso», evidenziando alcune debolezze, come la difficoltà nella ricerca di una stanza per chi arriva da lontano o è straniero e non parla la lingua. I metodi ricerca più efficaci sono le piattaforme di annunci, il passaparola, i social media e le agenzie immobiliari. Meno utili le classiche bacheche con avvisi appesi e lo sportello o il sito dell’Informagiovani di Cremona (efficace nel 6,45% dei casi). Sul costo degli alloggi, il 39% % dichiara di pagare per una stanza fino a 300 euro e un altro 40% fino a 400. Spesso però si tratta di appartamenti adattati alla bell’e meglio, ex case di famiglia in cui ogni ambiente è stato trasformato in una stanza. Negli ultimi due anni accademici l’offerta è stata molto inferiore alla domanda.

SPOSTAMENTI

Il mezzo più usato per il tragitto casa-università è l’auto (39%), tuttavia un altro 41% si sposta a piedi (22%) o in bicicletta (19%). Quanto al trasporto pubblico, il treno non raggiunge la sufficienza in alcun campo; i pullman extraurbani sono promossi solo per quel che riguarda la qualità delle vetture; i bus urbani anche per la sicurezza percepita e la copertura da parte delle linee dei principali punti di interesse. Tutti e tre bocciati per velocità dei collegamenti e frequenza delle corse. La difficoltà di spostamento è alla base anche del giudizio insufficiente sull’offerta di tempo libero e servizi.

TEMPO LIBERO

Se infatti non mancano centri sportivi e palestre, sono per la maggior parte alla periferia della città. Poiché alla sera non ci sono corse dei bus, di fatto diventano inaccessibili a chi non si sposta in auto. Eppure la disponibilità di palestre, centri sportivi e piscine per fare sport è il servizio ritenuto più importante nel capitolo «Tempo libero e servizi in una città universitaria». Seguono i parchi e spazi gioco all’aperto, pub e locali e bar e caffetterie. Calando a Cremona queste aspettative, sfiorano la sufficienza solo i ristoranti. «Si tratta — ha spiegato Antoldi — di un indicazione chiara su cosa lavorare. In un’ottica di competizione fra città universitarie, infatti, la strategia di Cremona deve puntare ad attrarre soprattutto gli studenti da fuori provincia».

Ad aiutare la città sono i punti di forza individuati dal questionario: il basso costo della vita e degli alloggi e la sicurezza. «Attenzione — ha ammonito Antoldi — a manovrare questo tema, che non deve essere né minimizzato ma nemmeno ingigantito. Perché va a incidere sulla capacità attrattiva della città». I punti di debolezza invece sono la scarsità di locali che fanno musica alla sera, i collegamenti con le altre città, un problema anche quando le università organizzano eventi o convegni, e la scarsa vivacità culturale. Si parla, ovviamente, di offerta per i giovani.

SPAZI DI STUDIO

Sarà inaugurata il 12 gennaio e dal giorno dopo verrà aperta ogni sabato e domenica la nuova aula studio realizzata dall’amministrazione comunale negli spazi dell’Informagiovani. «Una prima risposta in attesa di soluzioni più strutturali che arriveranno con il progetto di rigenerazione urbana Giovani in centro», ha spiegato l’assessore Ruggeri. Il tema è stato affrontato dal questionario e i luoghi preferiti per lo studio individuale risultano l’alloggio privato, poi la biblioteca e le sale studio dell’università, bar e caffetterie e solo all’ultimo posto la Biblioteca Statale, che pure era stata al centro di una clamorosa occupazione. Fra le richieste di azioni di potenziamento al primo posto c’è la richiesta di apertura in città di almeno un’aula studio pubblica a disposizione degli studenti di tutti gli atenei aperta tutti i giorni, inclusi sabato e domenica e anche in orari serali.


«La fase di ascolto — ha sottolineato Galimberti — si unisce ora alle azioni di risposta». Paloschi ha espresso soddisfazione: «Si conclude un anno do attività che ha inanellato una serie di cose che si sono realizzate. È la prima volta — ha aggiunto — che una città interroga in maniera così capillare l’universo degli studenti che la frequentano». A gennaio sarà promosso un momento pubblico di presentazione dei risultati con il tavolo e con altri portatori di interesse della città «poiché — hanno sottolineato tutti — Cremona è città universitaria e può diventarlo sempre più con il coinvolgimento di tutti».

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