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DATI ISTAT. EMERGENZA SOCIALE

Cremaschi anziani e con il portafoglio vuoto

Un quinto è povero e il 27% ha compiuto 65 anni. Tracciato il quadro della popolazione. L’amministrazione comunale: «Assistenza da potenziare»

Stefano Sagrestano

Email:

stefano.sagrestano@gmail.com

02 Dicembre 2023 - 05:25

Cremaschi anziani e con il portafoglio vuoto

CREMA - Un quinto dei cremaschi fatica ad arrivare a fine mese e la stragrande maggioranza dei meno abbienti, persone con un reddito inferiore ai 10mila euro annui, sono anziani. Una vera emergenza sociale, legata anche alla crescita costante della popolazione over 65, che in poco più di 30 anni è passata dal rappresentare il 16% dei residenti della città (nel 1991) a superare il 27% (dato aggiornato al primo gennaio di quest’anno). L’indice di vecchiaia, rilevato dall’Istat, è salito di conseguenza in maniera esponenziale: da 126 punti, a 232. Di converso, sono ovviamente diminuiti i residenti delle altre fasce di età, soprattutto quella tra i 15 e i 64 anni, mentre per i giovanissimi la percentuale di cremaschi rimane di poco inferiore a quella degli anni ‘90.

Con l’aumento esponenziale dei meno abbienti e in contemporanea degli anziani, crescono di pari passo situazioni di fragilità, non solo economiche, ma anche sociali. Basti pensare a chi viva da solo e non sia autosufficiente. In molti casi deve intervenire l’ente pubblico o comunque va fornito un sostegno assistenziale domiciliare. Tra gli obiettivi c’è anche quello di tenere il più possibile fuori dalle case di riposo gli anziani, avendo il Cremasco pochi posti e lunghe liste di attesa.

poveri

«La crescita delle situazioni di fragilità e povertà che abbiamo registrato, ci ha consentito di approfondire ulteriormente il tema della marginalità — è l’analisi della situazione dell’assessore al Welfare Anastasie Musumary, contenuta nella relazione al documento unico di programmazione —: nell’ambito del nostro programma abbiamo l’obiettivo di realizzare e mantenere un ‘polo della marginalità’, attualmente presente in via Civerchi, dove si intreccino in una dinamica di reale coprogettazione le realtà di Comune e Impronte sociali, nel sostegno al dormitorio invernale San Martino, alla mensa e nello spazio di ascolto».

Una struttura aperta ad inizio novembre e che resterà attiva sino a Pasqua, offrendo un letto a chi non ce l’ha e un supporto, grazie ai volontari della Caritas diocesana. «Inoltre — aggiunge Musumary — continueremo a potenziare la misura dei Patti generativi per l’inclusione sociale, che offre interessanti possibilità di presa in carico di famiglie e singoli in stato di bisogno, grazie alle attività di monitoraggio a verifica dei percorsi, che si aggiungono alla fase iniziale di valutazione delle candidature».

L’anno prossimo proseguiranno anche altri interventi di contrasto alla marginalità sociale. «Nel corso del 2023, anche grazie ai fondi ministeriali collegati al progetto PrIns (Pronto intervento sociale) — conclude l’assessore al Welfare — si è intensificata l’azione a sostegno della bassa soglia e delle marginalità e povertà estrema, ampliando gli interventi di prevenzione e potenziando l’unità di strada. Le stabilizzeremo e le porteremo a regime nel 2024 con la messa a terra delle progettualità collegate ai fondi derivanti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza».

«LISTE D'ATTESA, STESSI CRITERI»

Fare in modo che le otto Rsa, la cui sede si trovi nel territorio dei 48 comuni del distretto cremasco, abbiano criteri omogenei per la composizione delle liste di attesa. Presentato ieri l’accordo locale, per la valutazione dei cittadini anziani in condizione di fragilità. Nella sala Galleria del palazzo comunale si sono ritrovati il sindaco Fabio Bergamaschi, l’assessora al Welfare Anastasie Musumary (Crema è il Comune capo comprensorio e dunque ha ospitato l’iniziativa), la presidente di Comunità sociale cremasca Chiara Tomasetti e il direttore Davide Vighi. «Un lavoro corale, che va nel solco dell’integrazione socio sanitaria», ha evideniato Bergamaschi. Tomasetti ha aggiunto: «Grazie all’approccio scientifico, abbiamo criteri più giusti e più uguali, il cittadino ha garanzie maggiori. Con una valutazione multidimensionale che consenta l’inserimento in Rsa. E in più, si è sviluppata una piattaforma che consente un confronto costante tra le otto Rsa. Questa cooperazione credo possa essere l’inizio di un futuro di coordinamento. Ovviamente, le residenze mantengono ognuna la propria autonomia».

Musumary ha evidenziato la portata sociale della piattaforma: «Garantiamo pari opportunità nell’accesso alle liste di attesa. Il sistema, gestito da Csc, permetterà scambio di dati e documenti tra le strutture per garantire trasparenza». Vighi ha sintetizzato il lavoro degli ultimi anni, a cui hanno collaborato i direttori delle singole case di riposo: «Una complessa operazione di coordinamento, che si inserisce nel sistema socio sanitario regionale, in una logica di rete e servizi che fa proprie le ultime novità normative. Le strutture lavorano ora con le stesse modalità organizzative, mentre la valutazione multidisciplinare del paziente fa capo all’Asst. Questo lavoro di rete è fondato su una piattaforma gestionale che, oltre a conservare dati e documenti dei pazienti, alimenta lo scambio di informazioni e gestisce le interazioni tra le strutture».

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