L'ANALISI
21 Novembre 2023 - 05:25
Il giovane ingegnere francese Quentin Macq attorniato dalla famiglia Agardi
MONTODINE - Un pedale che si rompe a un migliaio di chilometri da casa e una catena di solidarietà che si mette in moto, tra ciclisti. La storia ha dell’incredibile, per gli attori che, del tutto casualmente, è riuscita a coinvolgere. Mercoledì sera della scorsa settimana, Quentin Macq, un giovane ingegnere francese che sta portando a termine il tour dell’Europa in solitaria in bicicletta e che ha già attraversato 26 Paesi e pedalato per 27mila chilometri, arrivato a San Bassano si ferma per un guasto. Un pedale si è spezzato. Impossibile continuare.
Rimasto a piedi, decide allora di suonare alla porta della prima abitazione che trova. Chi gli apre? Marta Cavalli, ciclista su strada e pistard italiana, che corre per il team Fdj Nouvelle-Aquitaine Futuroscope, squadra francese, già campionessa italiana nella categoria Élite. È lei a montargli un pedale provvisorio in plastica e a indicargli il ciclista più vicino per la riparazione.
Il nome è quello di Antonio Agardi, montodinese con attività a Moscazzano. Macq arriva nel piccolo paese della Bassa cremasca quando è quasi l’orario di chiusura, ma trova l’assistenza che cerca. E molto di più.
«Non so parlare francese — spiega Agardi — ma ho capito subito il problema e gli ho sostituito il pedale. Intanto era arrivato l’orario di chiusura, il ragazzo era stanco e infreddolito e voleva ripartire per andare a Piacenza. Gli ho proposto di fare una doccia calda. Ho corso in bicicletta per vent’anni e so cosa vuole dire la fatica. Nel mio cortile ho un appartamento vuoto e gli ho dato una stanza, dopodiché l’ho portato a cena».
Il giovane ciclista francese avrebbe voluto ripartire la mattina seguente, per non dare ulteriore disturbo alla famiglia che lo ha accolto. «L’ho visto affaticato — prosegue Agardi nel suo racconto — allora gli ho detto che se voleva, poteva fermarsi qualche giorno per riposarsi, prima di riprendere il suo tour. Ci ha pensato un po’ e poi ha accettato ed è rimasto fino a sabato. Mi ha raccontato che fa l’ingegnere navale e mi ha mostrato le foto dei 26 Paesi che ha già visitato. Si è preso un anno sabbatico per compiere questa impresa».
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Che in realtà non è la prima. Dopo la laurea — aggiunge Agardi — aveva fatto la traversata degli Stati Uniti, 11mila chilometri in bicicletta. Quando ci ha salutati, piangeva. Ha detto che non era mai stato accolto così bene».
Prima di ripartite, il giovane ha incontrato il sindaco Alessandro Pandini. Originario di Saint-Laurent-les-Églises, comune francese di nemmeno novecento abitanti nella regione della Nouvelle Aquitaine (la squadra di Marta Cavalli), Quentin Macq sta rientrando al suo luogo di residenza, dove potrà dire di aver compiuto un’impresa. E raccontare dell’accoglienza e dell’aiuto ricevuti nella terra cremasca.
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