L'ANALISI
18 Novembre 2023 - 05:25
CREMONA - «C’è chi fa la danza della pioggia, io faccio la danza del supermercato». Per Valeria, residente del quartiere da ormai svariate decadi, «un supermercato male non ci sta, anzi sono molto contenta».
Il market è l’Eurospar, che dovrebbe aprire entro la fine del mese nell’area ex Snum. La signora si è trasferita nel quartiere appena compiuti i 27 anni e ora, come dice lei, ha sforato gli ottanta: «In questo rione non c’è più nulla di tutto quello che c’era negli anni '50, hanno chiuso tutti: a parte il tabaccaio, l’edicola e un paio di negozi di alimentari. È un deserto praticamente».
Sono tanti gli abitanti del quartiere che hanno la stessa età e gli stessi problemi di Valeria: sono costretti a prendere l’auto per andare a fare la spesa. «Non è il massimo alla mia età: dai prossimi giorni, invece, prenderò su il mio carrellino, attraverserò la strada e via andare. Anche per le piccole cose, quelle che magari uno si dimentica».
Ma non mancano coloro che non vedono di buon occhio questa struttura di media metratura che sorge nell’area ex Snum, soprattutto gli esercenti che ancora sono rimasti. Hanno proseguito la loro attività fino ad ora offrendo un servizio ed un’attenzione alla loro clientela di fiducia, ma cosa succederà quando l’Eurospar aprirà i battenti?
Alcuni di loro, che hanno voluto rimanere anonimi, proprio non ne vogliono sentir parlare. «È un’assurdità che ne abbiano permesso la costruzione, non pensano a noi negozianti? No che non ci pensano, hanno solo voluto far cassa e nicchiare sulle conseguenze. Senza contare che è un ecomostro; non si riesce neanche più a vedere il Torrazzo da tanto è alto».
Mettere d’accordo tutti è impossibile, l’unico punto di incontro sembra sia la riqualificazione della zona e la bonifica di un’area che ormai era abbandonata da anni e ora è stata bonificata e riqualificata. Molti chiedevano un parco, un piccolo polmone verde in zona. Ma l’area non è pubblica ed è stata ceduta nel 2007 al provato perché venisse edificata.
«Sarebbe stato sicuramente meglio il parco, di supermercati qui ce ne sono fin troppi e prima o poi qualcuno chiuderà come sempre accade quando ci sono troppe attività tutte uguali a breve distanza l’una dall’altra. Non creano benessere per tanto tempo, non creano posti di lavoro duraturi. Un tempo il piano regolatore prevedeva che tu non potessi aprire attività identiche a breve distanza l’una dall’altra, così si salvaguardava il benessere di tutti».
Ma le licenze sono liberalizzate dal 1998. «Io sono per il partito del sì, invece, sono favorevole al supermercato», commenta Fabio, titolare dell’edicola Ballardini: «L’area l’ha comprata un privato, bisogna aprire gli occhi: è utopistico pensare che un privato, dopo un simile investimento, possa aprire un giardino. E va bene così, l’importante era riqualificare quell’area piena di eternit e cisterne di liquidi esausti. E ne so qualcosa dato per vent’anni ho avuto quelle strutture fatiscenti alle spalle. D’altronde il mondo funziona così ormai, i negozianti non saranno contenti, ma le persone che abitano qui lo saranno sicuramente. Bisogna essere realisti: i prezzi dei piccoli negozianti non sono quelli che può offrire un supermercato. E prima o poi nel portafoglio bisogna guardarci tutti».
Siamo giunti al capitolo finale. «Le promesse sono state fatte, io sono fiducioso: se le mantengono, possiamo ritenerci soddisfatti». Parla Diego Garelli uno degli inquilini del palazzo di via Guglielmo Ratti nonché fautore e primo firmatario della petizione che ha portato il malcontento di centinaia di persone, residenti e non, direttamente in Comune.
«Io non pensavo di alzare tutto questo polverone, in due settimane ho raccolto circa 800 firme. Mi rendo conto che non si può certo andare contro i progetti edilizi, ma almeno far sentire il malcontento ci vuole, lamentarsi solo al bar non serve a nulla».
Il punto sollevato da Garelli è quella porzione di cielo di fronte al loro condominio che non potrà più apprezzare a causa della parete Sud, il muro della discordia, del nuovo Eurospar, che verrà inaugurato a fine mese. Da qui la richiesta almeno di abbellirla. Una richiesta fatta propria da Maria Cristina Arata, presidente del Comitato di quartiere: «Abbiamo presentato una richiesta per un giardino verticale ed un’isola pedonale ma è stata bocciata in quanto il progetto originario non le prevedeva.
La soluzione pensata insieme agli assessori Luca Zanacchi, Andrea Virgilio e Simona Pasquali è stata quindi di allargare il marciapiede restringendo la carreggiata, in modo da scoraggiare il passaggio in questa stretta via. E di coprire parzialmente la vista su quel muro con una serie di piante do alto fusto in grandi vasi».
Anche i responsabili di Eurospar ci metteranno del loro ed è già in programma un incontro con i residenti per discutere dei progetti che saranno disposti a sovvenzionare per il quartiere.
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