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Peculato, condannato l'ex impiegato dell'Anagrafe

Per Cristiano Parmigiani condanna a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni: si appropriò indebitamente di 1.709 ,85 euro

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

14 Novembre 2023 - 18:01

Peculato, condannato l'ex impiegato dell'Anagrafe

CREMONA - L’ex impiegato dell’Anagrafe comunale, Cristiano Parmigiani, è stato condannato a 1 anno, 9 mesi e 10 giorni per peculato: si appropriò indebitamente di 1.709 ,85 euro, ossia l’incasso di novembre e dicembre del 2020 dei diritti di riscossione dei certificati anagrafici pagati dai cittadini. La magagna è saltata fuori a marzo del 2021, in uno studio legale.

Il sistema adottato all’Anagrafe lo ha spiegato oggi il dirigente Mario Vescovi che ha firmato la querela. Ciascun dipendente ha una cassetta di sicurezza, nella quale ogni giorno mette il denaro. E ha la relativa chiave: non ci sono copie in giro per motivi di sicurezza. Tutte le cassette vengono poi messe in cassaforte.

E’ andata così.

Il 5 gennaio del 2021, l’agente contabile del Servizio demografico comunica alla responsabile dei servizi la necessità di provvedere, entro fine mese, alla rendicontazione delle riscossioni relative al 2020. L’adempimento è richiesto dall’Ufficio Ragioneria ai fini della comunicazione alla Corte dei Conti. Ma c’è un problema. In Tesoreria non si è potuto completare il versamento dei mesi di novembre e dicembre 2020, perché dal 2 dicembre Parmigiani a casa in malattia. E a casa si è portato la chiave della sua cassetta. Visto che dal 23 febbraio 2021 Parmigiani non è ancora rientrato al lavoro, perdurando il congedo per malattia, all’anagrafe cercano una soluzione.

A Parmigiani viene proposto di recarsi all’Anagrafe negli orari consentiti durante la malattia. «Vieni qui e ci porti la chiave». Ma lui si rifiuta: «Sono in malattia».

Seconda soluzione. Gli vanno incontro. Se la montagna non va a Maometto, è Maometto che va alla montagna. «Viene a casa l’agente contabile con la cassetta e la apre lei». Proposta rispedita al mittente.

La soluzione la trova Parmigiani che affida la chiave della cassetta ad un legale. «L’avvocato vi consegnerà la chiave».

Il 22 marzo viene fissato l’appuntamento nello studio legale in via Cesari, non più di cento metri dall’ufficio Anagrafe, in via Ala Ponzone. La responsabile dell’Ufficio e l’agente contabile si incamminano con la cassetta, scortati da due agenti della polizia locale. Alle 16.20, nello studio si apre la cassetta. Dentro ci sono ‘spiccioli’: 62,05 euro.

Ma l’avvocato consegna una busta da parte di Parmigiani. Dentro ci sono 1.772 euro, somma che nei giorni successivi l’agente contabile verserà alla tesoreria comunale. Forse pensava di cavarsela così, Parmigiani. Peculato per il Tribunale (60 giorni per la motivazione della sentenza).

Peculato d’uso aveva ipotizzato il pm, chiedendo 8 mesi. Ipotesi avanzata anche da Cesare Grazioli, il difensore d’ufficio, con il quale Parmigiani non si è mai fatto vivo («Non ho nemmeno un suo recapito telefonico»).

Condanna e pena sospesa a un patto. Quando la sentenza diventerà irrevocabile, Parmigiani avrà un anno di tempo «per prodigarsi a rimediare alla sua condotta lesiva». Parmigiani intanto si è licenziato.

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