L'ANALISI
14 Novembre 2023 - 08:38
Stefano Pelliciardi e la grande festa in piazza del Comune
CREMONA - Nella sua trama a spina di pesce si intrecciano i fili di una storia lunga sedici anni: il cappotto grigio-nero è sopravvissuto indenne ai tre lustri abbondanti di Festa del Torrone firmati Stefano Pelliciardi. Lui, patron di SGP Grandi Eventi e artefice del boom di popolarità della rassegna, da quel cappotto — un po’ talismano e un po’ coperta di Linus — non si separa mai, mentre vaga tra le piazze e i vicoli della Cremona antica. «Lo indosso anche quando vado a dormire — dice con un sorriso sornione che dissimula la scaramanzia —. L’ho acquistato parecchi anni fa a Vicenza e dopo i primi successi in terra cremonese ne ho fatto il mio portafortuna. Appena la manifestazione sarà conclusa, lo rimetterò in naftalina. Pronto per la prossima edizione».
L’iride celeste e la camminata dinoccolata da cow-boy gli sono valsi il soprannome di ‘texano dagli occhi di ghiaccio’. Ma il suo Texas si chiama Carpi, come tradisce l’implacabile inflessione del vezzeggiativo «tatone» che riserva alle persone care. Dalla profonda Emilia alla sponda lombarda del Po: un tragitto che Pelliciardi oggi percorre praticamente a occhi chiusi, affrontato per la prima volta nel 2000 con destinazione CremonaFiere. «Ho contribuito alla nascita de Il BonTà — ricorda — e mi sono innamorato subito della città». Otto anni più tardi, la nuova sfida ai piedi del Torrazzo: «Sono stato contattato per partecipare alla gara a inviti della Festa del Torrone — racconta —. Mi ero convinto a lasciar perdere per puntare su un altro evento che, però, è stato annullato all’ultimo momento. Nel frattempo il bando cremonese, già scaduto, era stato riaperto».
Da allora, per Pelliciardi le sliding doors del destino restano spalancate su piazza Stradivari, il cuore della manifestazione che celebra il dolce-simbolo di Cremona.
«L’anno del debutto c’era ancora la famigerata pensilina — dice, riavvolgendo il nastro del tempo —. La festa era già affermata, noi ci siamo impegnati per renderla più popolare. Oggi è di gran lunga l’iniziativa più importante e conosciuta nel calendario di SGP Grandi Eventi. Il segreto? La mediaticità degli appuntamenti in cartellone». Perché in sedici anni Pelliciardi e il suo staff — con il supporto di Comune, Camera di Commercio e aziende produttrici — hanno portato a Cremona performance ad alto impatto visivo ed emozionale e, soprattutto, tanti volti celebri. «I personaggi a cui sono più affezionato? Tra i pasticcieri Ernst Knam, Damiano Carrara e Iginio Massari; tra i vincitori del Torrone d’Oro, invece, mi piace ricordare Enzo Iacchetti, pimpantissimo sul palcoscenico, e il mito Gianluca Vialli».
Quello fra Pelliciardi e la Festa del Torrone è una sorta di scambio alla pari: «A questa rassegna do l’anima, ma so bene che a Cremona e al suo torrone devo molto — ammette l’organizzatore —. La possibilità di curare una manifestazione così prestigiosa ha dato lustro al mio lavoro e credibilità a tutto il team. Ai miei ragazzi dico: saremo davvero grandi quando riusciremo a fare a meno della Festa del Torrone». Ma, al momento, il pensiero di riporre per sempre il cappotto nell’armadio non sfiora minimamente la mente di Pelliciardi: «Me lo tengo stretto — sorride di nuovo —. Non l’ho abbandonato neppure nelle edizioni più complicate». E vista la partenza straordinaria del 2023, con circa 200mila presenze nel primo weekend, il cappotto ha ottime probabilità di meritarsi una nuova spazzola e una coccola speciale.
FOTO: FOTOLIVE/PAOLO CISI
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