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FESTA DEL TORRONE

Rievocazione storica, e Cremona torna nel Quattrocento

Il matrimonio tra Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti si rinnova 582 anni e 19 giorni dopo, in una città traboccante del dolce che, secondo la leggenda, i pasticceri crearono per le nozze

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

12 Novembre 2023 - 19:48

Rievocazione storica, e Cremona torna nel Quattrocento

CREMONA - Anno 1441, 25 ottobre: Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti si sposano nell’abbazia di San Sigismondo. Il matrimonio del secolo si rinnova 582 anni e 19 giorni dopo, oggi, in una città traboccante di gente e avvolta dal profumo di torrone, il dolce che, secondo la leggenda, i pasticceri crearono per le nozze, unendo in matrimonio albume, mandorle e miele.


Dall’edizione 2019, il volto del condottiero Sforza è quello di Massimo Pellati, 49 anni, nella vita reale operaio autonomo nel settore alimentare («Disosso i prosciutti»). Il volto della giovane erede dei Visconti è quello di Beatrice Incerti, 25 anni, studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza di Bologna e «contemporaneamente» lavoratrice. L’uno e l’altra hanno casa a Castelvetro Piacentino. Palazzo Cittanova, ore 16.14: rullo di tamburi, squilli di trombe. Parte il corteo aperto dagli sbandieratori che lanciano in aria i vessilli. Li seguono nobildonne e nobiluomini, cavalieri, armigeri. Una sfilata di abiti e mantelle in velluto, pietre e ricami, calzebraghe, elmi (abiti quasi tutti confezionati dall’associazione Dama Vivente – Il ’500 a Castelvetro, la sarta capa è Natalia Capitani), tra la folla (tantissima gente) dell’era digitale: smartphone e telecamere immortalano il corteo nuziale che si snoda tra corso Garibaldi e corso Mazzini, corso Cavour. Scatti e applausi.


Massimo Pellati, in arte Francesco Sforza, nella vita reale è sposato con Barbara anche lei pronta a sfilare. Racconta che «sì, siamo qui a rinnovare il matrimonio, una tradizione di Cremona. Siamo sempre noi, Beatrice ed io». Massimo è a suo agio nei panni del condottiero, perché «anch’io lo sono, ma in maniera diversa rispetto a Francesco Sforza. Lo sono nel mio lavoro che è una guerra quotidiana per la sopravvivenza». «Lo sposo me lo sono preso diciamo agé», ride Beatrice Incerti, 25 anni, nove anni in pià di Bianca Maria che andò in sposa a 16 anni. Beatrice sposata non lo è. Non lo ancora, perlomeno. Matteo, il suo fidanzato, è già al posto di comando. Lui «è il capo degli armigeri». Intanto, in una piazza del Comune stipata di gente, sul palco allestito davanti al Battistero tutto è pronto per accogliere i promessi sposi: la tovaglia dorata, la tavola imbandita con i cesti di frutta - mele gialle e rosse e grappoli d’uva - il cardinale che fa su e giù.


Ore 17. L’annuncio: «Accompagnata dal futuro sposo, condottiero e uomo d’armi Francesco Sforza, oggi come ieri fa il proprio ingresso sulla piazza di Cremona Bianca Maria Visconti». Rullo di tamburi, squilli di tromba, occhi e smartphone puntati sulla raggiante Bianca Maria. «Oooooooh», foto e video. Il cardinale (accento spiccatamente emiliano) li accoglie. E legge: «Dopo tante vicissitudini e combattimenti tra Venezia, Napoli ed Ancona, finalmente Francesco Sforza può sposare Bianca Maria Visconti».


Ore 17.12: «Vuoi tu...». «Sì», risponde il condottiero divenuto Signore di Milano. «Vuoi tu...». «Sì», risponde lei, figlia legittima ed unica erede di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano. Francesco e Bianca Maria sono marito e moglie. «Puoi baciare la sposa», dice il cardinale. La piazza è silenziosa. Dal palco, l’invito ad applaudire. «Applausi, signori! E’ un matrimonio e neanche dei più comuni». Gli sposi e il cardinale si accomodano. Nobildonne e nobiluomini incorniciamo la scena. Il palco ricorda un affresco medievale.


Si annuncia lo spettacolo. Lo stesso che Francesco e Bianca Maria vollero offrire per onorare il pubblico, gentiluomini e gentildonne, ma anche uomini e donne del popolo che erano accorsi per assistere a questo momento di festa. Un numero di leggerezza, destrezza e abilità che per alcuni minuti incantò tutti i presenti. Un numero di musici e sbandieratori». Lo spettacolo ha inizio. Il buio è calato sulla piazza, l’aria profuma di torrone. Nel 1411, Francesco Sforza e Bianca Maria Visconti andarono in viaggio di nozze a Venezia. Massimo e Beatrice no. Loro «dragano» il Po. Rientro a Castelvetro Piacentino, ognuno a casa sua. «Andiamo alla vecchia maniera: castelli divisi», la butta lì Beatrice. Nozze e festa archiviate. Appuntamento al prossimo anno, edizione numero 27 della Festa del Torrone.

FOTO: FOTOLIVE/GIAMPAOLO GUARNERI

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