L'ANALISI
12 Novembre 2023 - 10:58
Camilla Ballini alla Moot Court Competition con i compagni di squadra
CREMA - Il talento da avvocata l’ha ereditato da mamma Maria Luisa Crotti, penalista di successo; l’attenzione per gli ultimi e i dimenticati le scorre nelle vene fin da bambina, tanto che all’esame di terza media ha portato una tesina sul reato di tortura. Oggi Camilla Ballini, 25 anni, laureata in Giurisprudenza alla Bocconi, ha in tasca un biglietto per Vienna. Destinazione: l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine.
È lì che la giovane cremasca, da gennaio, avrà una scrivania tutta per sé e un incarico di cruciale importanza: prendersi cura delle vittime della tratta e contrastare il traffico di migranti. Sarà chiamata ad offrire consulenza legale a chi è finito nella trappola dei ‘nuovi schiavisti’ pur di lasciarsi alle spalle l’incubo e immaginarsi libero sulla sponda ‘buona’ del mondo.
Con il batticuore di chi è investito di una grande missione, Camilla racconta: «Sento forte la responsabilità di questa esperienza, sarò faccia a faccia con la tragedia e con la speranza. Il mio desiderio è occuparmi, in particolare, di Medio Oriente e Sudamerica, possibilmente anche attraverso esperienze dirette sul campo. Ma mi preme soprattutto offrire un esempio ai tanti giovani che hanno una percezione distorta del fenomeno migratorio. Voglio motivarli a informarsi per inquadrare nella dimensione corretta un tema di enorme portata, sul quale pendono pregiudizi e stereotipi. Ai ragazzi della mia età dico di avere sete di conoscenza, di accantonare l’ideologia, di sforzarsi di abbracciare l’accoglienza e l’integrazione».
Camilla ha una solida preparazione per affrontare l’impegno che la attende al servizio dell’Onu. Già ai tempi del liceo ha avuto l’opportunità di acquisire competenze durante lo stage in uno studio londinese specializzato in diritti umani e diritto dell’immigrazione; poi, da studentessa universitaria, ha fornito assistenza legale pro bono nel quartiere difficile di San Siro; quindi ha lavorato per la commissione Protezione internazionale della Prefettura di Milano e, infine, ha frequentato per sei mesi un master in diritto penale internazionale e diritti umani, a Torino.
«In attesa di partire per Vienna — spiega — sto vivendo un’esperienza di stage per l’Avsi all’hub di viale Monza, aperto per garantire orientamento legale e supporto burocratico ai profughi ucraini e ora a disposizione di tutti i richiedenti asilo».
Ma la voce del curriculum di cui Camilla va più orgogliosa è quella che racconta della sua attività di volontariato all’interno del carcere di Opera: «Un percorso bellissimo e carico di emozioni — dice —. La realtà penitenziaria è dura, ma ricca di un’umanità speciale. Incontro i detenuti ogni giovedì e con loro, insieme agli altri volontari dell’associazione In Opera, organizzo lezioni, tavole rotonde, momenti performativi. Sì, i ragazzi del carcere saranno quelli che mi mancheranno di più, quando sarò a Vienna». E allora Camilla promette: «Continuerò a parlare con loro attraverso le app di videochiamata. E non appena avrò un weekend libero, tornerò a trovarli di persona».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris