L'ANALISI
04 Novembre 2023 - 05:25
SONCINO - Alimentato dalle piogge incessanti che si sono abbattute sul Cremonese e sulla Bassa Bresciana, l’Oglio è in piena da martedì pomeriggio: gonfio e minaccioso. Però, nonostante la portata enormemente più alta della media annuale, non ha esondato. E non l’ha fatto per un motivo preciso: la tenuta degli argini.
Sono stati ben spesi, insomma, i 220mila euro che Regione Lombardia ha investito poco meno di tre anni fa per sistemare le sponde e il frangiflutti, struttura composta da massi che fungono da ostacolo e spaccano la corrente. Così, non si sono registrati danni ai campi vicini, alle oasi e, soprattutto, ai piloni del giunto che collega Soncino a Orzinuovi. Ma le autorità regionali e dei municipi avvisano: «L’attenzione resta alta, prosegue un costante monitoraggio».
Intanto, quel che a Soncino era ben visibile a occhio nudo ha trovato conferma, già all’inizio della settimana, nei dati diffusi dal consorzio bresciano Oglio Mella, che ha comunicato come nel Lago d’Iseo fossero confluiti, al 31, una media di 461 metri cubi al secondo (il 21 di ottobre, per evidenziare la ciclopica differenza, erano 31 metri cubi). Abbastanza perché la piena continuasse fino a ieri. E del resto, la pioggia si è abbattuta ogni giorno, per quasi una settimana, e per ore intere. Accompagnata da temporali anche violenti e da raffiche di vento che, citando un solo caso nella vicina Capitale della Bassa, hanno sradicato un murales di 170 metri quadrati dalla facciata delle scuole medie.
Tornando al fiume: perché l’area compresa tra la ex colonia di via Brescia, la Predrera e l’Oasi dei Pensionati, per una volta ha retto all’impatto? Specie considerando, tra l’altro, che fenomeni di minor entità, in passato, avevano provocato allagamenti molto importanti? Come evidenziato da testimonianze video e fotografiche che si sono rincorse sui social, postati dai residenti e dai frequentatori del Parco Oglio Nord, il merito è in gran parte del nuovo assetto post-rinforzo.
Nel 2020, infatti, dopo che nel corso dei due anni precedenti i Comuni rivieraschi avevano condotto a proprie spese uno studio accurato a quattro mani per dimostrare la fragilità degli argini e dei frangiflutti a protezione delle coste e del ponte, Milano aveva deciso di premiare il progetto con un finanziamento completo, ricostruendo quasi da zero tutte le strutture di contenimento. Già l’anno scorso quell’assetto si era dimostrato efficace e ora è stata superata la definitiva prova del nove. Confermati invece, benché per ora ridotti e in fase di definizione e conteggio, danni contenuti a sentieri, specie ciclopedonali, e zone boschive.
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