L'ANALISI
24 Ottobre 2023 - 05:20
CASALMAGGIORE - Assolta perché la vittima è morta e non vi è nessuno che la può riconoscere con certezza davanti al giudice.
Si è chiuso con una sentenza per non aver commesso il fatto, in tribunale a Mantova, il processo a carico di J.G. di Casalmaggiore accusata di furto. I fatti sono avvenuti nel 2018 a Mosio di Acquanegra sul Chiese. La donna derubata all’epoca aveva 87 anni.
Il furto era avvenuto nella sua abitazione dove una mattina si era presentata una donna di circa 30 anni che, dopo aver suonato al citofono, aveva iniziato a parlarle sostenendo di avere amicizie in comune. La 30enne era riuscita a entrare in casa e aveva rubato un libretto al portatore e una carta di credito. Si presume che non fosse sola, ma che avesse un complice che aveva distratto l’anziana. Nelle ore successive, dalla carta di credito, erano stati prelevati 600 euro, mentre dal libretto che conteneva 150 euro, non erano stati prelevati soldi.
L’episodio, avvenuto in una piccola frazione, non aveva avuto testimoni se non la vittima. Scoperto il furto l’87enne si è recata dai carabinieri di Acquanegra per denunciare l’accaduto. In caserma i militari le avevano mostrato alcune fotografie che ritraevano persone sospette con precedenti in materia di reati contro il patrimonio, residenti nella zona. Tra le foto mostratele l’anziana aveva riconosciuto la donna che aveva bussato alla sua abitazione. L’87enne, all’epoca dei fatti, non era sicuro al 100% che fosse proprio lei e un piccolo grado di incertezza le era rimasto. J.G. era quindi finita a processo con l’accusa di furto.
La giustizia italiana non brilla per rapidità e al momento del processo, avvenuto cinque anni dopo i fatti, si è scoperto in aula che la derubata nel frattempo era deceduta, quindi non si è potuto procedere al riconoscimento del reo da parte della parte offesa. Come si dice in gergo non è stata acquisita la ‘prova regina’, che J. G. fosse l’effettiva autrice del colpo.
Il giudice Raffaella Bizzarro, dopo essersi ritirata in camera di consiglio ha emesso la sentenza di assoluzione per non aver commesso il fatto.
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