L'ANALISI
14 Ottobre 2023 - 08:00
CREMONA - Ha incassato 50mila euro, generoso legato di un’anziana che nel testamento si era ricordata di lui «in segno di riconoscenza per le cure che sempre mi ha prestato con grande competenza professionale». Peccato che il beneficiario fosse un medico psichiatra dell’Azienda socio sanitaria territoriale (Asst), dunque un dipendente pubblico. Non avrebbe dovuto prendere i soldi. Glielo vieta, in maniera categorica, il Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Il giudice del lavoro ha condannato lo psichiatra (in pensione dal 16 agosto del 2020) a restituire i 50mila euro, mettendoli a disposizione dell’Asst. È la prima sentenza in Italia.
Il Tribunale ha dato ragione all’avvocato milanese Paolo Franco - coadiuvato dal collega Aurelio Favaro - legale dell’azienda ospedaliera che dopo aver chiesto al camice bianco in pensione - con insuccesso - la restituzione della somma, un anno fa gli ha fatto causa.
La storia viene ricostruita dal giudice nelle otto pagine di motivazione della sentenza. Dal 1991 la paziente era seguita presso il Centro psicosociale di Soresina (ora chiuso), facente capo all’Asst di Cremona. E, quantomeno dal 2010 era curata dallo psichiatra, dirigente medico presso l’Unità Operativa di Psichiatria dal novembre del 2000 al 15 agosto del 2020, suo ultimo giorno di lavoro.
Il 2 aprile del 2020, prima ondata di pandemia, il Covid-19 si è portata via l’anziana paziente. Il 21 maggio successivo, il notaio di Soresina ha fatto registrare il testamento che la signora aveva lasciato nove anni prima, a febbraio 2011.
Ad aprile del 2021, gli eredi, in adempimento del legato disposto a favore dello psichiatra per le cure prestate alla loro familiare, gli hanno corrisposto i 50mila euro. Il medico in pensione non avrebbe dovuto accettarli.
Nel ricorso, gli avvocati dell’Asst hanno richiamato le norme del Codice di comportamento: ai dipendenti pubblici è vietato accettare regali e somme di denaro di valore superiore ai 150 euro.
«Le ragioni ispiratrici delle menzionate disposizioni normative sono chiare - scrive il giudice —: evitare il mercimonio dei servizi pubblici (quale è il servizio sanitario nazionale), assicurare a tutti gli utenti un servizio omogeneo e qualitativamente costante; garantire la diligenza e la lealtà del dipendente che svolge il servizio pubblico in modo disinteressato e indifferenziato nei confronti degli utenti del servizio, conseguentemente, garantire l’imparzialità dell’azione amministrativa e così l’immagine e il prestigio della pubblica amministrazione - che non eroga i propri servizi, o comunque migliori servizi - ai soggetti disposti ad elargire utilità agli esercenti i servizi di interesse generale in questione».
La documentazione prodotta dagli avvocati di Asst al Tribunale hanno provato che la redazione del testamento con la volontà della paziente di ‘regalare’ i 50mila euro allo psichiatra e l’insorgenza dell’obbligo in capo agli eredi di adempiere il legato, erano avvenuti prima che il medico lasciasse il camice per la pensione.
«Ne consegue - prosegue il giudice - che la somma di denaro elargita dalla signora è in rapporto di stretta causalità con le funzioni rivestire dal medico e il servizio pubblico da egli esercitato quale dipendente dell’Asst di Cremona, a beneficio della sua paziente».
E, prosegue il magistrato, «a nulla rileva che il pagamento della somma sia avvenuto dopo la data di cessazione del rapporto di lavoro, in quanto, da un lato, il momento in cui si è formata e palesata la volontà della signora di remunerare il dipendente pubblico per le cure prestate con un compenso aggiuntivo rispetto a quello percepito dal datore pubblico è antecedente alla data di cessazione del rapporto di lavoro; dall’altro, il compenso aggiuntivo, come detto, è stato corrisposto al dipendente pubblico al solo scopo di ringraziarlo per la prestazione resa , in qualità di medico alle dipendenze dell’Asst di Cremona, in favore della paziente».
Lo psichiatra in pensione è stato condannato a mettere a disposizione dell’Asst i 50mila euro, più «gli interessi nella misura del tasso legale dalla data della domanda al saldo effettivo».
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